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Il Papa: la fede e la preghiera aprono mente e cuore, quanto fa male la chiusura

Al centro della riflessione di Francesco all'Angelus di questa domenica, 11 agosto, la difficoltà dei contemporanei di Gesù a riconoscere in Lui il Messia a causa della loro rigidità mentale e all'attaccamento alle proprie convinzioni. Un rischio che si ripropone per ciascuno di noi se non ci mettiamo veramente "in ascolto di quello che il Signore ha da dirci"

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Può il figlio di un falegname discendere dal cielo e rivelare la presenza di Dio? È ciò che si domandano l'un l'altro i Giudei sentendo Gesù dire di sé stesso: "Io sono disceso dal cielo" nel brano del Vangelo di Giovanni al centro della liturgia di questa domenica, 11 agosto. che succeda anche a noi di non ascoltare davvero il Signore perché chiusi nei nostri schemi e convinzioni. 

“Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?" (Gv 6,41-42)â€

Pregiudizi e rigidità

L'incredulità dei Giudei nasce dall'idea che Dio non possa manifestarsi in modo ordinario, attraverso gente semplice e comune, come tanti altri. Giudicano Gesù, figlio di un falegname, secondo le loro categorie:

Sono bloccati, nella loro fede, dal preconcetto, bloccati dal preconcetto nei confronti delle sue origini umili e anche bloccati dalla presunzione, perciò, di non avere nulla da imparare da Lui. I preconcetti e la presunzione, quanto male ci fanno! Impediscono un dialogo sincero, un avvicinamento tra fratelli... State attenti ai preconcetti e alla presunzione. Hanno i loro schemi rigidi, e non c’è posto nel loro cuore per ciò che non vi rientra, per quello che non possono catalogare e archiviare negli scaffali impolverati delle loro sicurezze.

L'osservanza della legge per confermare sé stessi

Eppure, osserva Francesco, quelle persone osservano la legge e tutti i precetti. Vedono i miracoli compiuti da Gesù, ma perché neppure questo "li aiuta a riconoscere in Lui il Messia?".

Perché compiono le loro pratiche religiose non tanto per mettersi in ascolto del Signore, quanto per trovare in esse una conferma a quello che pensano loro. Sono chiusi alla Parola del Signore e cercano una conferma ai propri pensieri.

Siamo davvero in ascolto del Signore?

I Giudei, infatti, non chiedono spiegazioni a Gesù, piuttosto che cercare di capire, si chiudono nella loro incredulità. Il Papa chiede anche a noi di fare attenzione alla nostra vita di fede e di preghiera perché non ci succeda altrettanto: 

può accaderci, cioè, che invece di metterci veramente in ascolto di quello che il Signore ha da dirci, cerchiamo da Lui e dagli altri solo una conferma a quello che pensiamo noi, una conferma alle nostre convinzioni, ai nostri giudizi, che sono pre-giudizi.

La fede apre la mente e il cuore

Un simile atteggiamento non ci aiuta ad incontrare Dio, afferma ancora Francesco, che sottolinea: "La fede e la preghiera quando sono vere aprono la mente e il cuore, non li chiudono". Chiediamoci, dunque, conclude il Papa, se siamo capaci di metterci davvero in ascolto di Dio e di "accogliere la sua voce" al di là di schemi e paure. 

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11 agosto 2024, 12:18

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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