Francesco: la liturgia senza l’unione dell'uomo con Dio è un’aberrazione
Pope
Si renda viva la liturgia quotidiana per esprimere, interrogare e nutrire la relazione tra cristiani e Dio, per essere quindi “tabernacoli di Dio tra gli uomini”, che cercano nella loro preghiera “l’invisibile battito del cuore dello Sposo”. Con queste parole il Papa si rivolge a professori e studenti dell’Istituto di Liturgia dell’Ateneo Universitario San Paciano di Barcellona, uno dei più grandi della Spagna. A quei “fratelli” ricevuti in udienza questa mattina, 10 maggio, in Vaticano, Francesco chiede di comprendere se si “cerca veramente Dio”, se si è pronti per l'Opera di Dio, “per la partecipazione alla Liturgia divina, nel suo significato d’incontro personale e comunitario con Dio”, senza dimenticare quella stessa urgenza per “l’obbedienza, ossia per il servizio” e per le “umiliazioni, abbracciando la croce, lasciandoci modellare da Dio e toccando la piaga aperta del Signore nelle membra del suo Corpo mistico”.
La liturgia senza unione con Dio è aberrazione
Il Papa, nel ricordare di aver dedicato questo Anno alla preghiera in preparazione al Giubileo 2025, invita i presenti alla riflessione “sul bisogno di cercare questa unione con il Signore e sui mezzi che Egli, attraverso la Chiesa, ci ha dato per raggiungerla”. L’"incontro attorno a Dio è di tutti”, spiega ancora Francesco, e la Chiesa si dedica a questo: “L’uomo è per la liturgia perché è per Dio, ma una liturgia senza questa unione dell’uomo con Dio è un’aberrazione. E un’aberrazione, per esempio, sarebbe una liturgia schiava del rubricismo, che non favorisce l’unione con Dio".
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