Il Papa: pace, per favore! Chi fabbrica armi guadagna sulla morte delle persone
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Pace, per favore, pace… La guerra, sempre è una sconfitta, tutti perdono. Tutti no, c’è un gruppo che guadagna tanto: i fabbricatori delle armi. Questi guadagnano bene, sopra la morte degli altri.
La voce è fioca ma è forte l’assillo del Papa per l'orrore che si consuma in Terra Santa e in Ucraina a causa della guerra. Al termine dell’udienza generale, svoltasi in Aula Paolo VI e non in Piazza San Pietro visto l’abbassamento della temperatura, Francesco prende la parola dopo che per tutta l’udienza sia la catechesi che i saluti nelle varie lingue erano stati letti da monsignor Filippo Ciampanelli, officiale della Segreteria di Stato. Questo - ha spiegato il Pontefice stesso a inizio udienza - a motivo della difficoltà nel parlare dovuta dalla infiammazione ai polmoni da cui si sta riprendendo e a causa della quale ieri ha dovuto annullare, su richiesta dei medici, il viaggio previsto dall’1 al 3 dicembre a Dubai per la Cop28.
Liberazione degli ostaggi e ingresso degli aiuti
Il Papa però ha voluto prendere la parola e pronunciare lui stesso la supplica per una soluzione al dramma che si vive in Medio Oriente, chiedendo l’estensione del cessate il fuoco, giunto al quarto giorno, la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas (ieri è stato rilasciato un quinto gruppo di 12 uomini e donne rapiti il 7 ottobre nei kibbutz di Nir Oz, Nirim e Nir Yitzhak) e l’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza, dove la situazione umanitaria si aggrava di ora in ora. Ma soprattutto il Papa chiede preghiere.
Continuiamo a pregare per la grave situazione in Israele e in Palestina. Pace per favore, pace… Auspico che prosegua la tregua in corso a Gaza, affinché siano rilasciati tutti gli ostaggi e sia ancora consentito l’accesso ai necessari aiuti umanitari.
In contatto con la parrocchia di Gaza
Francesco conferma di essere in contatto con la parrocchia latina della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza, dove è parroco il sacerdote argentino padre Gabriel Romanelli e vice parroco Youssef Asaad. Il Pontefice si aggiorna da loro, al telefono, quasi quotidianamente.
Ho sentito la parrocchia lì, manca l’acqua, manca il pane. La gente soffre… La gente semplice, la gente del popolo soffre, non soffrono quelli che fanno la guerra. Chiediamo la pace.
Appelli internazionali
L’appello del Papa si unisce quindi al coro di appelli internazionali per la prosecuzione della tregua, allungata di due giorni rispetto agli accordi iniziali. Non ultima la UE, tramite l'Alto rappresentante Josep Borrell, che da Barcellona per la riunione dell’Unione del Mediterraneo ha detto sul cessate il fuoco: â€œÈ necessario fare molto di più per alleviare la terribile situazione a Gaza e trovare una via d'uscita dall'attuale crisi". Anche i ministri degli Esteri degli Stati membri del G7 hanno fatto sapere di aver accolto “con favore†il rilascio di alcuni degli ostaggi sequestrati il 7 ottobre in Israele e “la recente pausa nelle ostilità che ha consentito un aumento degli aiuti umanitari" a Gazaâ€. Al contempo hanno esortato Hamas “al rilascio immediato e incondizionato di tutti" gli altri rapiti.
Un pensiero per l'Ucraina che soffre
Appello oggi reiterato dal Papa che sin dall’inizio delle violenze ha chiesto in ogni Angelus e udienza generale il rilascio degli uomini, donne, anziani e anche bambini sequestrati. Così come ha chiesto di non distogliere l’attenzione dalla tragedia che da quasi due anni si registra in Ucraina, dove proseguono gli attacchi dell’esercito russo e sale il numero delle vittime. Circa 1.780 sono i bambini uccisi dal febbraio 2022, ha fatto sapere l’Unicef in una nota diramata ieri, 28 novembre.
Non dimentichiamo, parlando di pace, il caro popolo ucraino, che soffre tanto, ancora in guerra.
Il saluto agli artisti del Circo
Prima della conclusione dell’udienza generale al Papa è stata offerta una esibizione circense da parte di alcuni degli artisti partecipanti al Festival dei Talenti circensi italiani, che si svolge a Roma dal 30 novembre fino al 4 dicembre. Giocolieri, acrobati, contorsionisti, tutti sul palco dell’Aula Paolo VI: una iniezione di fiducia per strappare un sorriso in un momento storico drammatico per l'umanità. Il Papa, divertito per lo spettacolo, rivolge loro parole a braccio di apprezzamento:
Vorrei ringraziare per questo momento di gioia, questi ragazzi e ragazze del Circo. Il Circo esprime una dimensione dell’animo umano, quella della gioia gratuita, la gioia semplice, fatta con la mistica del gioco. Ringrazio tanto questi ragazze e questi ragazzi che ci fanno ridere, ma anche ci danno un esempio di allenamento molto forte, perché per arrivare a quello a cui arrivano loro c’è un allenamento molto forte. Ringraziamo con un bell’applauso
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