Il Papa ai Rogazionisti: siate specialisti di Dio nella preghiera e nella carità
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Senza una vita spirituale e senza preghiera e penitenza “nessun’opera veramente buona può prodursi” diceva Sant’Annibale di Francia. Francesco lo ricorda , ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro del palazzo apostolico. E alle due congregazioni fondate dal sacerdote messinese, che ai suoi figli spirituali ha chiesto un “quarto voto: il Rogate, la preghiera per le vocazioni”, sottolinea l’importanza della preghiera, il filo rosso che ha attraversato la vita di Annibale di Francia.
Quando ci si dispone, docili e umili, davanti a Dio, spesso si riceve una comprensione specifica sul senso della propria vita: è nella preghiera fedele e perseverante, in particolare nell’Adorazione, che tutto prende armonia, che si colgono più chiaramente gli obiettivi, trovando nel Signore la forza e la luce per attuarli secondo i suoi disegni.
Coltivare la preghiera quotidiana
Proprio la preghiera ha ispirato le scelte di Annibale di Francia, fa notare il Papa che esorta tutti ad avere un colloquio giornaliero con Dio.
Senza preghiera non si sta in piedi e non si sa dove andare. È importante, dunque, che ci sia un dialogo prolungato con il Signore ogni giorno, e poi un’invocazione a Lui prima di ogni momento importante, di ogni incontro, di ogni decisione.
Specialisti di Dio
Francesco richiama l’esempio di Annibale di Francia che, ispirato dall’invito di Gesù a pregare Dio “perché mandi operai nella sua messe”, guardando alla realtà del suo tempo, comprese di dover anzitutto pregare, “non certo per convincere Dio a mandare pastori, come se non si curasse del suo popolo, ma per lasciarsi sempre più travolgere dalla visceralità del suo amore paterno e materno: per imparare, pregando, a essere sensibili alle necessità dei suoi figli”. E proprio dalla preghiera, che ha animato tutta la sua “attività apostolica e caritativa”, evidenzia il Papa, sono nate prima le Figlie del Divino Zelo e poi i Rogazionisti del Cuore di Gesù, che Paolo VI ha esortato ad essere “specialisti di Dio”, in quanto adoratori e imploranti “per la missione più alta e più bella, di meritare e preparare le vocazioni per il Regno di Cristo”. Un invito Francesco rinnova.
Siate gli specialisti di Dio, non tanto come studiosi di tecniche, di statistiche e di teorie, per quanto anche queste possano servire, quanto di quella sapienza che si matura facendo prima di tutto i “calli alle ginocchia” e poi “alle mani”. Siate specialisti, cioè, nelle arti della preghiera e della carità: mani giunte dinanzi a Dio e mani tese verso i fratelli. Mani giunte e mani tese: così si diventa specialisti di Dio! Questa è la vostra missione.
C’è bisogno di testimoni credibili
Il pensiero di Francesco va ai tanti giovani di oggi che Dio chiama e che “hanno bisogno di testimoni e di guide credibili”, perché mostrino loro “la bellezza di una vita spesa per amore” e “li aiutino a dire ‘sì’”, e la sua ultima raccomandazione alle congregazioni volute da Sant’Annibale di Francia è a continuare “a pregare per le vocazioni”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui