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Papa Francesco in preghiera sul luogo del martirio di padre Kolbe ad Auschwitz (2016) Papa Francesco in preghiera sul luogo del martirio di padre Kolbe ad Auschwitz (2016) 

Il Papa, tweet nel giorno di padre Kolbe: solo l’amore spegne l'odio

Francesco ha lanciato un messaggio dall’account @Pontifex per ribadire che “l’amore vince fino in fondo l’ingiustizia” e “fa posto all’altro”. Due valori vissuti fino al sacrificio più grande dal santo polacco, morto martire ad Auschwitz

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

“Cavaliere dell’Immacolata” quando ancora novizio poco più che ventenne, sognava di rinnovare il mondo attraverso la Madre di Gesù, creando comunità e pubblicando una rivista, nonostante le limitazioni di una tubercolosi che lo costringeva a fare periodiche, e lunghe, tappe in sanatorio. E poi “principe”, quando con la divisa di Auschwitz addosso trasportava i cadaveri al crematorio con un senso tale di pietà e dignità che qualcuno nel campo di concentramento disse appunto di lui: “Era un principe in mezzo a noi”.

“Solo l’amore fa posto all’altro”

La Chiesa il 14 agosto ricorda il cavaliere, il principe e il martire Massimiliano Kolbe e in questo stesso giorno le parole del Papa pubblicate sull’account Twitter @Pontifex suonano come una sintesi del messaggio che il santo polacco lasciò con la testimonianza della sua vita: “Solo l’amore spegne l’odio, solo l’amore vince fino in fondo l’ingiustizia. Solo l’amore fa posto all’altro. Solo l’amore è la via per la piena comunione tra di noi”.

È più che nota la storia del fondatore della Milizia dell’Immacolata, che divenne beato anzitempo (la causa venne aperta nel ’60 ben prima dei 50 anni dalla morte - avvenuta il 14 agosto del ’41 - previsti allora dal Diritto canonico) e poi santo grazie a Giovanni Paolo II nel 1982. Una storia esemplare di eroismo cristiano che vale sempre la pena ricordare. Arrestato dai nazisti nel febbraio del ’41 assieme ad altri confratelli, il 28 maggio successivo padre Massimiliano entra ad Auschwitz.

“Solo l’amore crea”

L’inferno del campo racconta di piccoli angoli di paradiso grazie alla capacità del religioso, numero di matricola 16670, di saper sopportare le crudeltà e consolare i compagni di prigionia. Quando uno di loro riesce a fuggire, scatta la rappresaglia nazista che rinchiude a morire nel bunker della fame 10 internati e padre Kolbe, dichiarando di essere un sacerdote cattolico, si offre di prendere il posto di un polacco padre di famiglia, Franciszek Gajowniczek, un uomo che fino ai suoi ultimi giorni nel ’95 non smetterà di raccontare l’enormità del gesto che gli salvò la vita. Padre Massimiliano resiste 14 giorni nel bunker poi viene finito con una iniezione di fenolo e portato nei forni crematori alla vigilia della festa dell’Assunta. Il testamento del cavaliere e del principe sono le sue ultime parole, eco del tweet del Papa: “L'odio non serve a niente, solo l'amore crea”.
 

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14 agosto 2023, 13:30