ÃÛÌÒ½»ÓÑ

Il Papa: no alla solitudine delle nostre città, anziani e giovani crescano insieme

Nell’omelia della Messa per la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, celebrata nella Basilica Vaticana, Francesco esorta a coltivare le relazioni con chi è avanti negli anni perché ci sia uno scambio fecondo tra generazioni. La politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, non si dimentichi proprio degli anziani, dice il Pontefice, lasciando che il mercato li releghi a scarti improduttivi. “Non possiamo derubricarli dall’agenda delle nostre prioritàâ€

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Gli anziani sono le “radici di cui i più giovani hanno bisogno per diventare adultiâ€, occorre allora che ci siano scambi proficui e costruttivi fra le diverse generazioni e soprattutto che la terza età non venga emarginata e isolata. Papa Francesco lo ribadisce più volte nella i celebrata nella Basilica Vaticana. Ad ascoltarlo 8mila fedeli, fra i quali tanti anziani e nonni con i nipoti e le loro famiglie, e a concelebrare all'altare, il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Nella sua omelia, Francesco si sofferma, in particolare sulle relazioni fra giovani e meno giovani, da coltivare e far crescere, e guardando al mondo di oggi, esorta ad avere cura degli anziani, a non dimenticarli.

Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei “concentrati di solitudineâ€; non succeda che la politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, si dimentichi proprio degli anziani, lasciando che il mercato li releghi a “scarti improduttiviâ€. Non accada che, a furia di inseguire a tutta velocità i miti dell’efficienza e della prestazione, diventiamo incapaci di rallentare per accompagnare chi fatica a tenere il passo. Per favore, mescoliamoci, cresciamo insieme.

Nella vita di ognuno ci sono luci e ombre

Il Papa sviluppa la sua riflessione sulle tre parabole che Gesù narra nel Vangelo odierno, che hanno un aspetto in comune: il “crescere insiemeâ€. Sono “storie semplici, che raggiungono il cuore di chi ascoltaâ€, come i racconti dei nonni ai nipoti che “comunicano una sapienza importante per la vitaâ€. La prima parabola, quella del grano e della zizzania che crescono insieme, “nel medesimo campoâ€, insegna che “nella storia umana, come nella vita di ognuno, c’è una compresenza di luci e ombre, di amore ed egoismoâ€, spiega il Francesco, aggiungendo che “il bene e il male sono intrecciati al punto da sembrare inseparabiliâ€. Averne la consapevolezza “ci aiuta a guardare la storia senza ideologie, senza ottimismi sterili e pessimismi nociviâ€.

Guarda il video integrale della Messa per la Giornata dei Nonni e degli Anziani

Il rischio di essere intransigenti verso chi è nell’errore

Il cristiano non è “un ingenuo che vive nel mondo delle favole, che fa finta di non vedere il male e dice che ‘va tutto bene’â€, sottolinea il Papa, semmai “è realista: sa che nel mondo ci sono grano e zizzania, e si guarda dentro riconoscendo che il male†non è da attribuire sempre agli altri e “che non bisogna ‘inventare’ dei nemici da combattere per evitare di fare luce dentro sé stessiâ€. Il male spesso "viene da dentro, nella lotta interiore che tutti abbiamo". Ma se “nel mondo grano e zizzania convivono insiemeâ€, la soluzione non è sradicare quest’ultima, avverte Francesco.

“Ci si illude di poter strappare con le proprie forze il male per salvare la purezza. Una tentazione che ricorre tante volte: una “società puraâ€, una “Chiesa pura†ma, per raggiungere questa purezza, si rischia di essere impazienti, intransigenti, anche violenti verso chi è caduto nell’errore. E così, insieme alla zizzania, si strappa pure il grano buono e si impedisce alle persone di fare un cammino, di crescere, di cambiareâ€

Curare il buon grano con mitezza e pazienza

Come ci dice Gesù, invece, occorre lasciare “che il grano buono e la zizzania crescano insieme fino al tempo della mietituraâ€. Questa è la “pedagogia misericordiosa†di Dio, afferma il Papa.  â€œInvita ad avere pazienza verso gli altri, ad accogliere – in famiglia, nella Chiesa e nella società - fragilità, ritardi e limitiâ€, non per abituarsene “con rassegnazione o per giustificarli, ma per imparare a intervenire con rispetto, portando avanti con mitezza e pazienza la cura del buon granoâ€.

La purificazione del cuore e la vittoria definitiva sul male sono, essenzialmente, opera di Dio. E noi, vincendo la tentazione di dividere grano e zizzania, siamo chiamati a capire quali sono i modi e i momenti migliori per agire.

La vecchiaia stagione per riconciliarsi con sé stessi

Nel grano buono e nella zizzania anziani e nonni devono vedere le “tante cose belle†realizzate nella vita e le “sconfitteâ€, gli “erroriâ€, accogliendo “con serenità e pazienza il mistero della vitaâ€, suggerisce Francesco, non vivendo “di rimpianti e di rimorsiâ€, lasciando a Dio “il giudizio†e affidandogli tutto.

“La vecchiaia è un tempo benedetto anche per questo: è la stagione per riconciliarsi, per guardare con tenerezza alla luce che è avanzata nonostante le ombre, nella fiduciosa speranza che il grano buono seminato da Dio prevarrà sulla zizzania con cui il diavolo ha voluto infestarci il cuoreâ€

C’è bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani

Anziani e nonni, poi, sono come il grande albero sviluppatosi da quel granello di senape che Gesù paragona all’“opera di Dio che agisce in modo silenzioso nelle trame della storia†e che pian piano cresce proprio come un albero, fra i cui rami trovano rifugio tanti uccelli, dice ancora il Papa. I nonni sono come “alberi rigogliosi, sotto i quali figli e nipoti realizzano i propri ‘nidi’ - osserva Francesco - imparano il clima di casa e provano la tenerezza di un abbraccioâ€. È ancora quel “crescere insieme†che il Papa raccomanda: “i nonni con i figli e i nipoti, gli anziani con i più giovaniâ€.

Abbiamo bisogno di una nuova alleanza tra giovani e anziani, perché la linfa di chi ha alle spalle una lunga esperienza di vita irrori i germogli di speranza di chi sta crescendo. In questo scambio fecondo impariamo la bellezza della vita, realizziamo una società fraterna, e nella Chiesa permettiamo l’incontro e il dialogo fra la tradizione e le novità dello Spirito.

La mistica di vivere insieme: dialogare, crescere, sostenersi a vicenda

Infine crescono insieme la farina e il lievito della terza parabola del Vangelo odierno, che mescolati fanno “crescere tutta la pastaâ€, evidenzia il Papa. Questa mescolanza “richiama a quell’arte che è ‘la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio’, e di ‘uscire da sé stessi per unirsi agli altri’, fa notare Francesco citando la sua Esortazione Apostolica . Ed è ciò che “sconfigge gli individualismi e gli egoismi, e ci aiuta a generare un mondo più umano e fraternoâ€, e allora occorre “vigilare perché nelle nostre vite e nelle nostre famiglie non emarginiamo i più anzianiâ€, è il richiamo del Papa che incoraggia ad ascoltarsi, dialogare e sostenersi a vicenda e ribadisce ancora di non dimenticare nonni e anziani. “Non possiamo derubricarli dall’agenda delle nostre priorità†conclude Francesco, occorre invece crescere insieme, andare avanti insieme.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

23 luglio 2023, 10:53