Specola Vaticana, Francesco: non fermatevi ai calcoli ma stupitevi per l’infinito
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Se guardo “la luna e le stelle che tu hai fissato” che cosa è mai l’uomo “perché te ne curi”? Le parole di un salmo antichissimo sono l’evidenza di un fatto, che “da sempre, l’immensità dell’universo è fonte di stupore”, uno spazio che “può sembrare travolgente, persino spaventoso”. Ma allo stesso tempo pieno di fascino, grazie anche alla tecnologia che riesce a scrutare e mettere a fuoco nuove lontananze che prima sembravano irraggiungibili. Il Papa si muove nell’angolo di visuale tra fede e scienza nel rivolgersi con un
Mai soddisfatti fino a quando non si è sorpresi
Gli strumenti tecnici, tuttavia, da soli non bastano per la comprensione dell’universo. La qualità dei risultati, ricorda il Papa agli studenti, dipendono soprattutto dalla “perizia dell’artigiano” e dalla capacità di accettare l’inatteso dalle proprie osservazioni. “Una grande tentazione, sia nella scienza sia nella filosofia”, sottolinea infatti Francesco, “è quella di cercare di ottenere solamente le risposte che ci aspettiamo, mentre noi siamo anche capaci di lasciarci stupire da eventuali novità non pianificate. Perciò mi preme dirvi di non essere soddisfatti dei risultati dei vostri studi fino a quando non ne sarete anche sorpresi”.
Essere sempre spinti dall'amore per la verità
Un’attitudine che non passa solo “attraverso la finestra dell’astronomia”, ma anche attraverso realtà importanti come la compassione, l’amore e l’amicizia. “La cosa più sorprendente di questo universo è che contenga creature come noi che sono capaci di osservarlo con meraviglia e di ‘interrogarlo’, continua il Papa citando nuovamente il salmista. “Non perdete mai questo senso di stupore, sia nella vostra ricerca sia nella vostra vita”, conclude, “possiate essere sempre spinti dall’amore per la verità e stupiti da tutto quello che ogni frammento dell’universo vi offre”.
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