Francesco: Benedetto XVI, grande maestro di catechesi "acuto e garbato"
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Persone provenienti da tutto il mondo continuano a rendere omaggio, nella Basilica di San Pietro, a Benedetto XVI per un saluto nell’ultimo giorno in cui il corpo del Papa emerito è esposto alla devozione dei fedeli. A questo silenzioso e toccante cammino si accompagnano le parole pronunciate all’, nell’Aula Paolo VI, da Papa Francesco che domattina presiederà la cerimonia di esequie in Piazza San Pietro, il cui inizio sarà preceduto alle 8.40 dalla recita del Rosario dal sagrato della Basilica vaticana. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
“Prima di iniziare questa catechesi vorrei che ci unissimo a quanti, qui accanto, stanno rendendo omaggio a Benedetto XVI e rivolgere il mio pensiero a lui, che è stato un grande maestro di catechesi. Il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù. Gesù, il Crocifisso risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui Papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano. Ci aiuti a riscoprire in Cristo la gioia di credere e la speranza di vivere”.
Chi crede non è mai solo!
Dopo la catechesi, salutando i pellegrini di lingua tedesca, Papa Francesco ha ripreso le parole “del nostro caro defunto Benedetto XVI”: “Chi crede non è mai solo! Chi ha Dio come Padre ha molti fratelli e sorelle. In questi giorni sperimentiamo in modo particolare quanto questa comunità di fede sia universale e che non finisce neanche con la morte”.
Non stanchiamoci di pregare per il popolo ucraino
Rivolgendosi ai pellegrini di lingua italiana, Papa Francesco ha ricordato la prossima solennità dell’Epifania: “Come i Magi, sappiate cercare con animo aperto Cristo luce del mondo e Salvatore dell’umanità”. Il Pontefice ha infine esortato tutti “a perseverare nella vicinanza affettuosa e solidale con il martoriato popolo ucraino che tanto soffre, invocando per esso il dono della pace”. “Non stanchiamoci di pregare. Il popolo ucraino - ha detto a braccio - soffre. I bambini ucraini soffrono”. Dopo la benedizione apostolica preceduta dalla preghiera del padre Nostro in latino, è infine risuonato nell’Aula Paolo VI un grido condiviso da molti fedeli: Benedetto! Benedetto!
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