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La preoccupazione del Papa per il Sud Sudan: preghiamo per la riconciliazione nazionale

Francesco, nei saluti del dopo Angelus, parla del Paese che lo accoglierà a inizio febbraio ed esprime la sua angoscia per le violenze che stanno agitando soprattutto lo Stato dell’Alto Nilo e che stanno mettendo in fuga migliaia di persone

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

È preoccupato il Papa per la violenza che sta colpendo il Sud Sudan, Paese che lo aspetta dal 3 al 5 febbraio 2023, quando sarà nella capitale Juba con l'arcivescovo anglicano di Canterbury Justin Welby e il pastore Iain Greenshields, moderatore dell'Assemblea generale della Chiesa di Scozia, una tappa del suo viaggio in Africa che, dal 31 gennaio al 3 febbraio, lo vedrà visitare anche Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. La sua inquietudine Francesco la esprime ai fedeli che ascoltano i saluti a fine Angelus

Seguo con preoccupazione le notizie che giungono dal Sud Sudan circa i violenti scontri dei giorni scorsi. Preghiamo il Signore per la pace e la riconciliazione nazionale, affinché cessino gli attacchi e siano sempre rispettati i civili 

Gli scontri iniziati ad agosto 

La violenza degli ultimi mesi, condotta anche con armi pesanti, secondo testimoni, in Sud Sudan sta colpendo lo Stato dell’Alto Nilo, confinante con Sudan e con l’Etiopia, innescata dalle dispute per il bestiame, le aree di pascolo, l’acqua e i terreni coltivati. Il conflitto è scoppiato lo scorso agosto nel villaggio di Tonga, nella diocesi di Malakal, quando diverse fazioni armate hanno assaltato anche il campo sfollati di Aburoch, dove risiedono tra le 5 e le 6 mila persone, sfollate della guerra precedente, dal 2013 al 2018. Una violenza che poi si è estesa anche in altre parti del Paese, negli Stati di Jongley e di Unity. Finora si parla di un numero imprecisato di vittime, l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitario, l’Unocha, dichiara che negli ultimi combattimenti, iniziati a metà novembre, gli sfollati sarebbero almeno novemila, molti dei quali nascosti nelle paludi, come riferito anche da fonti missionarie, mentre da agosto si calcola che siano ventimila le persone in fuga. Secondo le ong locali, il 75% per cento di chi fugge è composto da donne e bambini, tutti, è il racconto delle Nazioni Unite, “visibilmente traumatizzati, che riferiscono di uccisioni, di violenze di genere, di rapimenti, estorsioni, sacchetti e incendi “. 

Le elezioni del 2024

È dal 2013, a due anni dalla sua indipendenza dal Sudan, che il Paese affronta i combattimenti tra le truppe fedeli al presidente Salva Kiir e il suo vice e rivale, Riek Machar, ex leader dei ribelli. Attualmente è in vigore un accordo di pace firmato nel 2018 che però vive una lentissima attuazione. Ad oggi le stime che riguardano la guerra in Sud Sudan parlano di circa 400 mila vittime. Il presidente Salva Kiir è di nuovo candidato per il partito al governo per un altro mandato alle elezioni, più volte rimandate, previste per la fine del 2024. Non sono stati ufficializzati altri candidati, ma si prevede Riek Machar si candidi.

 


 

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11 dicembre 2022, 12:18