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Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Con gli occhi del cuore e non con la faccia del pietismo che pretende di alleviare una pena senza una vera empatia con chi soffre. E gli occhi davvero sono il centro del pensiero che il Papa affida ai vertici dell鈥橴nione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ricevuti in udienza alla vigilia della festa di Santa Lucia, patrona della vista. Un gesto apprezzato da Francesco - che ricorda peraltro come il 13 dicembre sia anche anniversario della sua ordinazione sacerdotale - ancor più perché a far coincidere l鈥檜dienza in Vaticano con la ricorrenza liturgica sia, sottolinea, una 鈥渁ssociazione laica e non confessionale鈥�. Un sodalizio che il Papa afferma di considerare 鈥渦na forza costruttiva nella società, in particolare nella società italiana, che sta attraversando un momento non facile鈥�.

Di solito si associa alla disabilità l鈥檌dea del bisogno, dell鈥檃ssistenza e, a volte 鈥� grazie a Dio sempre meno 鈥�, di un certo pietismo. No, il Papa non vi guarda così; la Chiesa non vi guarda così. Il punto di vista dei cristiani sulla disabilità non è più e non deve più essere il pietismo e il mero assistenzialismo, ma la consapevolezza che la fragilità, assunta con responsabilità e solidarietà, è una risorsa per tutto il corpo sociale e per la comunità ecclesiale.

Lucia, ricorda Francesco, è stata una santa dalla schiena dritta, che seguì la propria coscienza 鈥渟enza doppiezze e senza compromessi鈥�. Essere come lei vuol dire dunque essere persone 鈥渓impide, trasparenti, sincere鈥�, significa 鈥渃omunicare con gli altri in modo aperto, chiaro, rispettoso鈥� e questo, evidenza Francesco, 鈥渃ontribuisce a diffondere luce negli ambienti in cui si vive, a renderli più umani, più vivibili鈥�. Un ruolo, dice, che possono giocare da protagonisti anche i non vedenti e gli ipovedenti ben formati 鈥渘ei principi etici e nella coscienza civica鈥�, in prima linea 鈥減er costruire comunità inclusive, dove ciascuno possa partecipare senza vergognarsi dei propri limiti e delle proprie fragilità, cooperando con gli altri per completarsi e sostenersi a vicenda鈥�.

E tutti abbiamo bisogno uno dell鈥檃ltro, non solo le persone con problemi di fragilità fisiche, ma anche tutti noi abbiamo bisogno dell鈥檃iuto degli altri per andare avanti nella vita, perché tutti siamo deboli nel cuore, tutti.

In un secolo di vita il vostro lavoro, conclude il Papa, nel tutelare i diritti delle persone con disabilità visiva ha 鈥渃ooperato alla crescita civile del Paese鈥� e la società italiana 鈥渉a bisogno di speranza, e questa viene soprattutto dalla testimonianza di persone che, nella propria condizione di fragilità, non si chiudono, non si piangono addosso, ma si impegnano insieme agli altri per migliorare le cose鈥�.