Il Papa: una ricchezza la diversità dei ministeri ma non “clericalizzare” i laici
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, si fa volentieri portavoce del cordiale saluto di Papa Francesco al presidente del Centro Azione Liturgica, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, e a tutti i partecipanti ai lavori, ricordando che il tema scelto, ‘Ministeri al servizio di una Chiesa sinodale’, “riveste particolare significato per la Chiesa nell’attuale momento storico”. Il porporato cita le parole del Papa quando ha esortato a vivere l’itinerario del Sinodo che la vede oggi impegnata, diventando “esperti nell’arte dell’incontro”, e disponibili ad aiutarsi “affinché la diversità di carismi, vocazioni e ministeri ci arricchisca”. Il segretario di Stato precisa che cosa, in quest’ottica, Papa Francesco si attende dalle giornate di studio appena avviate e che vede riuniti vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e numerosi laici. “L’auspicio del Santo Padre - scrive - è che questa qualificata assemblea, che si pone a servizio della pastorale delle Chiese in Italia (…) contribuisca all’approfondimento teologico-liturgico-pastorale della realtà ministeriale, aprendo prospettive da offrire al discernimento pastorale della comunità ecclesiale”.
Passi del Magistero sulla ‘ministerialità’
Parolin ricorda quindi alcuni interventi del Magistero pontificio riguardo alla ministerialità come, 50 anni fa, il Motu proprio ‘’ con il quale, scrive, “San Paolo VI aveva rivisto tutta la materia degli ordini minori conservando quelli del Lettore e dell’Accolito come ministeri istituiti, non più considerati come riservati ai candidati al sacramento dell’Ordine”. Proprio a partire da questo documento, spiega il cardinale Parolin, il Centro Azione Liturgica “propone opportunamente una riflessione sull’animazione liturgica dell’intero Popolo di Dio”. Il Papa guarda al rinnovamento della Chiesa in una direzione sempre più “comunionale” e meno clericale. Con il Motu proprio ‘’, Francesco supera il vincolo che escludeva le donne dall’accesso ai primi due ministeri, mentre con il motu proprio ‘’, dona alla Chiesa “la figura del ministero istituito del Catechista”. È su questa linea di approfondimento di una ministerialità diversificata che si colloca il vostro Convegno, prosegue il cardinale Parolin, ricordando sempre che ogni ministero della Chiesa deve ispirarsi allo spirito di servizio vissuto da Gesù, e ritenendo che i lavori della Settimana possono essere una buona occasione di verifica della ricaduta nella vita ecclesiale e della promozione di questi stessi ministeri.
Occorre valorizzare i laici senza confondere i ruoli
Una Chiesa intesa come “mistero di comunione”, osserva ancora il segretario di Stato, pone maggiormente in luce il ruolo del laicato, si tratta allora di “favorire nei fedeli laici una più chiara consapevolezza della loro vocazione che si esprime in una pluralità di compiti”. Ma avverte: “Nel trattare questi temi, occorre essere attenti a non fare confusione tra il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale, interpretando arbitrariamente il concetto di ‘supplenza’, ‘clericalizzando’ e rischiando così di creare di fatto una struttura ecclesiale di servizio parallela a quella fondata sul sacramento dell’Ordine”. Il cardinale Parolin conclude il messaggio assicurando a tutti i partecipanti al Convegno, che si concluderà il prossimo 25 agosto, la preghiera e la benedizione di Papa Francesco a cui unisce il suo personale augurio “di pieno successo dell’importante iniziativa pastorale”.
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