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L'incontro del Papa con i gesuiti nel salone della Nunziatura Apostolica di Malta L'incontro del Papa con i gesuiti nel salone della Nunziatura Apostolica di Malta

Francesco: vocazione della Chiesa è evangelizzare, non i numeri

Con le vocazioni che diminuiscono, c’è "il rischio di voler cercare le vocazioni senza adeguato discernimento”. Lo ha affermato il Papa nell'incontro avuto lo scorso 3 aprile con 38 gesuiti durante il viaggio apostolico a Malta, durante il quale ha affrontato anche il tema dei migranti e della cura del creato. Il testo della conversazione pubblicato oggi sulle pagine de “La Civiltà Cattolica”

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

“La vocazione della Chiesa non sono i numeri, ma è evangelizzare”.  Nel suo colloquio con i gesuiti maltesi pubblicato su "", Francesco torna sulla necessità di una “Chiesa in uscita”. “Nell’Apocalisse si dice: «Io sto alla porta e busso». Ma oggi - spiega - il Signore bussa da dentro perché lo si lasci uscire”. Questa è la necessità e la vocazione della Chiesa dei nostri giorni.

Benedetto XVI, un profeta

“Benedetto XVI è stato un profeta” della “Chiesa del futuro”, nota il Vescovo di Roma: “essa diventerà più piccola, perderà molti privilegi, sarà più umile e autentica e troverà energia per l’essenziale. Sarà una Chiesa più spirituale, più povera e meno politica: una Chiesa dei piccoli”. Ma se le vocazioni diminuiscono, così come i matrimoni, “c’è anche il rischio di voler cercare le vocazioni senza adeguato discernimento”, quindi suggerisce di assumere umiltà, servizio e autenticità come qualità per rispondere “creativamente” alla crisi vocazionale di un’Europa invecchiata.

Ogni giovane è unico

Ai seminaristi Papa Francesco chiede di essere “persone normali, senza immaginare di essere né «grandi apostoli» né «devotelli». E per questo - rileva - ci vogliono anche superiori normali” che rifuggano dall’ipocrisia, la quale può rovinare “la strada di un giovane”. “I superiori devono far nascere fiducia. Mai si devono uniformare i giovani. Ognuno è una specie unica: per ciascuno hanno fatto lo stampo e poi l’hanno rotto. Non siamo tutti uguali: abbiamo carte di identità distinte”.

Tragedie migranti, problema europeo

Interpellato sul cammino sinodale il Pontefice non ha dubbi: va avanti e “non si torna indietro”: l’ultimo Sinodo ha espresso chiaramente la volontà di “riflettere sulla teologia della sinodalità per fare un passo decisivo verso una Chiesa sinodale”. Il pensiero va poi alle tragedie dei migranti nel Mediterraneo: “Quello delle migrazioni è un problema dell’Europa” e non solo dei Paesi di approdo. Occorre “progredire con i diritti umani per eliminare la cultura dello scarto”: i drammi delle traversate del deserto, della tratta, delle torture e dei viaggi in mare, sono “una delle vergogne dell’umanità che entra nelle politiche degli Stati”.

Curare il creato è evangelizzare

Infine, secondo Francesco non è possibile non collegare evangelizzazione e lotta ai cambiamenti climatici. “Prendersi cura della casa comune è già «evangelizzare». Ed è urgente”, spiega. “Non avere cura del clima è un peccato contro il dono di Dio che è il creato”, è “una forma di paganesimo: si riduce il clima a un idolo, “sganciandolo dal dono della creazione”. Da qui il monito: “Se le cose andranno così come adesso i nostri figli non potranno abitare più nel nostro Pianeta”.

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14 aprile 2022, 10:00