Le scuse del Papa agli indigeni canadesi: vergogna per la colonizzazione
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Indignazione e vergogna per gli errori che diversi cattolici hanno commesso in Canada: sono i sentimenti che Francesco esterna nel suo alle delegazioni dei popoli indigeni del Paese ricevute oggi in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Il Papa aveva incontrato nei giorni scorsi, in tre distinti colloqui, i rappresentanti di Inuit, Métis e Prime Nazioni, nel contesto del cammino di guarigione e riconciliazione avviato in Canada per dare riconoscimento e giustizia alle vittime delle cosiddette "scuole residenziali" istituite dal governo e affidate a Chiese cristiane tra cui quella cattolica. “Senza una ferma indignazione, senza memoria e senza impegno a imparare dagli errori i problemi non si risolvono e ritornano”, afferma il Pontefice che ricorda la guerra in Ucraina, aggiunge che “non si deve mai sacrificare la memoria del passato sull’altare di un presunto progresso” e prosegue: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Ve l’ho detto e lo ripeto: provo vergogna, dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici, in particolare con responsabilità educative, hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito, negli abusi e nella mancanza di rispetto verso la vostra identità, la vostra cultura e persino i vostri valori spirituali. Tutto ciò è contrario al Vangelo di Gesù.
Il dolore del Papa per quanto accaduto nel passato
Quindi il Papa domanda perdono a Dio per la condotta riprovevole di alcuni membri della Chiesa cattolica e rimarca:
Vorrei dirvi, di tutto cuore: sono molto addolorato. E mi unisco ai fratelli vescovi canadesi nel chiedervi scusa. È evidente che non si possono trasmettere i contenuti della fede in una modalità estranea alla fede stessa: Gesù ci ha insegnato ad accogliere, amare, servire e non giudicare; è terribile quando, proprio in nome della fede, si rende una contro-testimonianza al Vangelo.
La tragedia della colonizzazione
Francesco definisce una tragedia lo sradicamento subito dagli indigeni canadesi attraverso la colonizzazione, che senza rispetto ha strappato molte persone dal loro ambiente vitale e ha provato ad uniformarle a un’altra mentalità. Parecchie famiglie sono state separate, spiega il Papa “tanti ragazzi sono diventati vittime di questa azione omologatrice, sostenuta dall’idea che il progresso avvenga per colonizzazione ideologica, secondo programmi studiati a tavolino anziché rispettando la vita dei popoli”. “È qualcosa che, purtroppo, avviene anche oggi, a vari livelli: le colonizzazioni ideologiche”: è l’allarme del Pontefice, che parla anche di colonizzazioni politiche, ed economiche “sospinte dall’avidità, dalla sete di profitto, incuranti delle popolazioni, delle loro storie e delle loro tradizioni, e della casa comune del creato”.
Le sofferenze dei popoli indigeni
I racconti - che il Papa ha ascoltato nel corso della settimana - delle sofferenze, delle privazioni, dei trattamenti discriminatori e delle varie forme di abuso subiti dagli indigeni canadesi hanno suscitato grande tristezza. Francesco dice di averli toccati con mano e di portarli dentro di sé e sottolinea:
È agghiacciante pensare alla volontà di istillare un senso di inferiorità, di far perdere a qualcuno la propria identità culturale, di troncare le radici, con tutte le conseguenze personali e sociali che ciò ha comportato e continua a comportare: traumi irrisolti, che sono diventati traumi intergenerazionali.
Continuare a camminare nella ricerca della verità
L’auspicio del Pontefice è che “gli incontri di questi giorni possano aprire strade ulteriori da percorrere insieme, infondere coraggio e accrescere l’impegno a livello locale”. Francesco evidenzia che “un efficace processo di risanamento richiede azioni concrete” e per questo incoraggia vescovi e cattolici “a continuare a intraprendere passi per la ricerca trasparente della verità”, “per promuovere la guarigione delle ferite e la riconciliazione” e per permettere di riscoprire e rivitalizzare la cultura degli indigeni, accrescendo nella Chiesa l’amore, il rispetto e l’attenzione specifica nei riguardi delle loro tradizioni genuine.
Le ricchezze delle popolazioni originarie
Delle popolazioni originarie del Canada il Pontefice elogia la cura riservata al territorio, visto non “come un bene da sfruttare, ma come un dono del Cielo”, “che custodisce la memoria degli antenati” e considerato “spazio vitale nel quale cogliere la propria esistenza all’interno di un tessuto di relazioni con il Creatore, con la comunità umana, con le specie viventi e con la casa comune”. Menziona poi il “grande amore per la famiglia” e il “senso vivo della comunità” dei popoli indigeni canadesi, le ricchezze delle loro lingue, culture, tradizioni e forme artistiche, patrimoni che appartengono all’intera umanità.
Presto un viaggio in Canada
Il Papa rimarca infine che la Chiesa vuole continuare a camminare con gli indigeni e annuncia la sua intenzione di volersi recare in Canada, quest'anno, a fine luglio, nei giorni in cui si celebra la memoria di Sant'Anna, per esprimere meglio la sua vicinanza ai popoli originari.
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