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Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Un segno di quella 鈥渞inascita di cui tutti sentiamo l鈥檜rgenza鈥�, dopo oltre due anni di pandemia, di dubbi, incertezze, di paura della morte, di parrocchie, scuole e uffici chiusi. Francesco guarda e invita a guardare con occhi di speranza al Giubileo che la Chiesa universale celebrerà nel 2025. 鈥淧ellegrini di speranza鈥� è infatti il motto scelto per questo Anno Santo che vuole favorire 鈥渦n clima di speranza e di fiducia鈥� dopo la devastante pandemia, come sottolinea il Papa in a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, dicastero al quale è affidata l鈥檕rganizzazione dell鈥檈vento.

Un evento e un dono

Nel documento, firmato a San Giovanni in Laterano l鈥�11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, Francesco rammenta le radici di questo momento 鈥渄i grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale鈥� - a partire dal primo Anno Santo indetto nel 1300 da Bonifacio VIII fino al Giubileo della Misericordia del 2016 - che nel corso dei secoli ha rappresentato un 鈥渄ono di grazia鈥� per tanti fedeli, con pellegrinaggi, indulgenze, testimonianze vive di fede.

Il Grande Giubileo dell'anno 2000 ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio della sua storia. San Giovanni Paolo II lo aveva tanto atteso e desiderato, nella speranza che tutti i cristiani, superate le storiche divisioni, potessero celebrare insieme i duemila anni della nascita di Gesù Cristo il Salvatore dell鈥檜manità.

Due anni di dolore

Ora che è vicino il traguardo dei primi 25 anni del secolo XXI, 鈥渟iamo chiamati a mettere in atto una preparazione che permetta al popolo cristiano di vivere l鈥橝nno Santo in tutta la sua pregnanza pastorale鈥�, scrive il Pontefice. Lo sguardo si sposta sull鈥檈poca odierna, gravemente ferita dalla pandemia di Covid. 鈥淣egli ultimi due anni 鈥� sottolinea Francesco - non c鈥�è stato un Paese che non sia stato sconvolto dall鈥檌mprovvisa epidemia che, oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, l鈥檌ncertezza e la provvisorietà dell鈥檈sistenza, ha modificato il nostro modo di vivere鈥�.

Come cristiani abbiamo patito insieme con tutti i fratelli e le sorelle le stesse sofferenze e limitazioni. Le nostre chiese sono rimaste chiuse, così come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero. Tutti abbiamo visto limitate alcune libertà e la pandemia, oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento.

Il grazie alla scienza

La gratitudine del Papa va a uomini e donne di scienza che 鈥渃on grande tempestività, hanno trovato un primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana鈥�.

Abbiamo piena fiducia che l鈥檈pidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale.

Un obiettivo, questo, dice il Papa, che 鈥渟arà più facilmente raggiungibile nella misura in cui si agirà con fattiva solidarietà, in modo che non vengano trascurate le popolazioni più indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari鈥�.

Speranza e fiducia

L鈥檌nvito è a 鈥渢enere accesa la fiaccola della speranza鈥� e 鈥渇are di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante鈥�.

Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l鈥檜rgenza.  

Tutto però sarà possibile 鈥渟e saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani鈥�, afferma il Pontefice, rivolgendo un pensiero particolare ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. 鈥淟e voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo鈥�, raccomanda a monsignor Fisichella.  

Non trascurare la terra

Lungo questo cammino, inoltre, non bisogna trascurare la terra, aggiunge il Vescovo di Roma. Non dimenticare, cioè, 鈥渄i contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune鈥�, come fanno già tanti giovani e giovanissimi che riconoscono 鈥渃he la cura per il creato è espressione essenziale della fede in Dio e dell鈥檕bbedienza alla sua volontà鈥�. Il Dicastero per la Nuova Evangelizzazione trovi allora 鈥渓e forme adeguate鈥� perché l鈥橝nno Santo 鈥減ossa essere preparato e celebrato con fede intensa, speranza viva e carità operosa鈥� e perché possa essere 鈥渦na tappa significativa per la pastorale delle Chiese particolari, latine ed orientali鈥�, chiamate in questi anni 鈥渁 intensificare l鈥檌mpegno sinodale鈥�.  

Sarà importante aiutare a riscoprire le esigenze della chiamata universale alla partecipazione responsabile, nella valorizzazione dei carismi e dei ministeri che lo Spirito Santo non cessa mai di elargire per la costruzione dell'unica Chiesa

Il 2024, una "sinfonia di preghiera"

In attesa della Bolla di indizione, emanata a tempo debito, il Papa dice di 鈥渞allegrarsi鈥� nel pensare che l鈥檃nno 2024, precedente all鈥檈vento giubilare, possa essere una grande 鈥渟infonia di preghiera鈥�, in cui 鈥渞ingraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e all鈥檃zione concreta e responsabile per la sua salvaguardia鈥�. Preghiera che si traduce anche 鈥渘ella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano鈥�, preghiera per fare del Padre nostro insegnatoci da Gesù un 鈥減rogramma di vita鈥�.