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Papa Francesco con Mahmud Abbas, presidente dello Stato di Palestina Papa Francesco con Mahmud Abbas, presidente dello Stato di Palestina

Il Papa e Mahmoud Abbas, promuovere la fratellanza umana contro gli estremismi

In udienza da Francesco il presidente palestinese. Al centro dell’incontro, il sesto in Vaticano, i buoni rapporti tra le due parti, ma anche lo stato delle relazioni tra israeliani e palestinesi e la necessità di promuovere la "convivenza pacifica fra le varie fedi". Gerusalemme sia "riconosciuta da tutti come luogo di incontro e non di conflitto"

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

I rapporti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, il processo di pace tra israeliani e palestinesi, la necessità di dialogo tra le parti sono stati alcuni dei temi toccati oggi nell’incontro - il sesto tra Francesco e Mahmoud Abbas in Vaticano - tra il Papa ed il presidente palestinese e, successivamente, con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e con l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

La necessità di dialogo tra israeliani e palestinesi

Durante i colloqui, informa un comunicato della Sala Stampa vaticana, “sono stati riconosciuti i buoni rapporti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina e si sono affrontate questioni bilaterali di mutuo interesse”. Negli incontri, si legge ancora, “si è riconosciuta la necessità di promuovere la fratellanza umana e la convivenza pacifica tra le varie fedi. Circa il processo di pace tra israeliani e palestinesi, ci si è soffermati sulla assoluta necessità di riattivare il dialogo diretto per raggiungere la soluzione dei due Stati, anche con l’aiuto di un più vigoroso impegno della Comunità internazionale”.

Necessario lavorare per la pace

Nel testo si precisa come sia stato anche ribadito che “Gerusalemme debba essere riconosciuta da tutti come luogo di incontro e non di conflitto, e come il suo status debba preservare l’identità e il valore universale di Città santa per tutte e tre le religioni abramitiche, anche attraverso uno statuto speciale internazionalmente garantito”. Il comunicato conclude come durante gli incontri si sia parlato “dell’urgenza di lavorare per la pace, evitando l’uso delle armi e combattendo ogni forma di estremismo e di fondamentamentalismo".

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04 novembre 2021, 14:44