La Chiesa slovacca attende il Papa: incoraggerà la nostra fede
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
Domenica 4 luglio, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha confermato quanto già anticipato a marzo durante il viaggio che lo riportava a Roma dall’Iraq: dal 12 al 15 settembre, visiterà la Slovacchia. Il Papa ha spiegato che la mattina del 12, prima di recarsi a Bratislava, sarà a Budapest, in Ungheria, per concelebrare la messa conclusiva del Congresso Eucaristico Internazionale e poi, dal pomeriggio, trascorrerà tre giornate nella giovane repubblica dell’Europa centro-orientale. Quello annunciato da Francesco sarà il secondo viaggio apostolico del 2021 e la quarta visita di un Pontefice in terra slovacca dopo i tre viaggi di Giovanni Paolo II che si recò a Bratislava nel 1990 e visitò poi la Repubblica Slovacca indipendente nel 1995 e nel 2003. Delle reazioni a questa conferma e delle attese della Chiesa slovacca in vista del viaggio, ha parlato ai microfoni di Radio Vaticana, don Martin Kramara, portavoce della Conferenza episcopale slovacca.
Devo dire che ci eravamo tutti emozionati già quando avevamo ascoltato le parole del Santo Padre sul volo di ritorno dall'Iraq, quando parlò di una possibile visita a Bratislava. Eravamo già felicissimi allora, ma quando abbiamo avuto la conferma, all’Angelus del 4 luglio, è stato davvero un momento entusiasmante... Io stavo commentando le parole del Papa per la nostra televisione cattolica e debbo dire che dall’emozione non riuscivo a fare la traduzione… Poi, ci sono state le reazioni del presidente della Repubblica, la signora Zuzana ?aputová, che ha espresso subito la sua grande gioia, perché anche lo Stato slovacco con tanta felicità si prepara a ricevere il Papa. Ma ha reagito subito anche il presidente della Conferenza episcopale slovacca, monsignor Stanislav Zvolenský, dicendo che per tutta la Chiesa è un momento straordinario. Naturalmente è un annuncio che ci fa tornare in mente le visite di san Giovanni Paolo II, che sono state un grande incoraggiamento per tutto il Paese. Con la stessa gioia accoglieremo oggi il Santo Padre Francesco, non vediamo l'ora.
Vi aspettavate la visita di Francesco?
Com’è noto siamo un Paese con un piccolo territorio e solo nel 1993 ci siamo separati, in modo pacifico, dalla Cecoslovacchia e dalla Repubblica Ceca. Poi nel tempo è stata creata la nostra Conferenza Episcopale e abbiamo avuto un’organizzazione ecclesiale autonoma come Slovacchia. Io potrei dire che proprio perché siamo un piccolo Paese non ci aspettavamo questo annuncio. In diverse occasioni, infatti, i nostri vescovi avevano invitato il Santo Padre e spesso i nostri fedeli ci chiedevamo quando sarebbe venuto Papa Francesco. Ma noi rispondevamo loro che il Papa aveva altre cose da fare, molti impegni più importanti di noi da affrontare. Dicevamo loro che non potevamo sperare troppo in una sua visita. Perciò quando il Santo Padre ha annunciato il viaggio è stata davvero una grande sorpresa, un grande gioia, perché noi abbiamo veramente bisogno di incoraggiamento per la nostra fede.
Quali sono oggi le sfide principali per la Chiesa Slovacca?
Una delle grandi sfide che dobbiamo affrontare, dopo la caduta del comunismo, è naturalmente la secolarizzazione. Il periodo delle persecuzioni, subite durante quarant’anni di comunismo, nel quale la Chiesa subiva una grande pressione, è ormai lontano. Per noi è stato un momento molto difficile, però allo stesso tempo la gente sentiva una forte necessità di mantenersi fedele al Vangelo e al Santo Padre, di combattere per la propria fede. Oggi che paradossalmente c’è finalmente la libertà e stiamo diventando più ricchi dal punto di vista materiale, in un certo senso è più difficile spiegare ai giovani perché è importante mantenere le nostre radici, mantenere la nostra fede, vivere secondo la fede, senza correre solo dietro alle cose materiali e quindi non avere come priorità il consumismo. Quindi la prima sfida per noi sono proprio la secolarizzazione e il consumismo. Abbiamo un grande bisogno di essere incoraggiati nella fede. Poi c'è la sfida dell'individualismo, la tendenza a dimenticare i deboli. Purtroppo, quando si migliorano le proprie condizioni economiche si tende a dimenticare i deboli, quelli che rimangono indietro. Questo è un monito importante e attuale che il Santo Padre ripete tante volte: non dobbiamo dimenticare coloro che sono rimasti indietro. Anche se siamo in una situazione di sviluppo, dobbiamo cercare di guardare al fratello e alla sorella che sono in difficoltà e questo è anche il messaggio della Fratelli tutti. Noi, naturalmente, traduciamo sempre in slovacco le encicliche, le esortazioni, e tutti i documenti del Pontefice e cerchiamo di distribuirli e di parlarne con la gente. Ma una cosa è parlare di un documento, un’altra è l’arrivo del Papa in persona che ci parlerà faccia a faccia. Allora, anche in questo senso, ci aspettiamo un incoraggiamento per la nostra fede, per il bene comune, per non dimenticare quelli che sono rimasti indietro.
Secondo quanto annunciato il Papa non visiterà solo Bratislava, ma anche altre tre città…
Naturalmente la visita comincerà da Bratislava che è la capitale ma anche la sede della nostra metropolìa occidentale. Perché in Slovacchia ci sono due metropolìe cattoliche latine: quella di Bratislava e quella orientale che è a Ko?ice. Quindi questo sarà il secondo luogo della visita del Santo Padre. Poi c'è la metropolìa bizantina, o greco-cattolica, come la chiamiamo noi, che si trova a Pre?ov e questo sarà il terzo luogo visitato dal Papa, che viene a incontrare non solo i latini ma anche i bizantini. Ma dopo Bratislava, Ko?ice e Pre?ov, Francesco visiterà un Santuario molto importante per noi: quello di ?a?tin, nella Slovacchia occidentale, dove si svolge ogni anno il grande pellegrinaggio nazionale del 15 settembre per la festa della Madonna Addolorata. Infatti, quando i nostri vescovi hanno saputo che il Papa sarebbe venuto dopo il Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest, che si chiude il 12 di settembre, hanno davvero sperato che potesse partecipare a questo pellegrinaggio per noi così importante e Francesco ha accettato. In questa occasione gli slovacchi vanno a pregare la Vergine dei Sette dolori, come la chiamiamo noi, ed è un pellegrinaggio molto importante che la Chiesa slovacca ha portato avanti con coraggio anche durante il comunismo, anche se il regime totalitario era molto contrario e cercava di cancellarlo, così come ha cancellato tutti gli ordini religiosi, ma non ci sono riusciti. Il pellegrinaggio annuale a ?a?tin c’è ancora oggi e ci sarà il prossimo 15 settembre quando vi parteciperà anche Papa Francesco.
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