Il Papa: la Veglia di Pentecoste segni per noi l'inizio di una nuova testimonianza
Adriana Masotti - Città del Vaticano
La comunità dei credenti, in cui nessuno era nel bisogno, riconoscibile per l’amore fraterno che circolava tra tutti, è l’immagine a cui fa riferimento Papa Francesco in questo videomessaggio, ed è un'immagine che rende evidente la diversa realtà dei rapporti tra cristiani sperimentati in epoche successive. "La Veglia di Pentecoste di questa notte può essere l’inizio di una nuova testimonianza", auspica il Papa rivolgendosi ai credenti di diverse tradizioni cristiane che, questa sera, per iniziativa di Charis, acronimo di Catholic Charismatic Renewal International Service, Servizio Internazionale per il Rinnovamento Carismatico Cattolico, si trovano riuniti nella Chiesa anglicana di Cristo, la Christ Church, a Gerusalemme in collegamento on line con comunità di altre città del mondo.
Abbiamo peccato contro Dio e contro i fratelli
“Questa è una notte molto specialeâ€, afferma Papa Francesco e il suo pensiero va alla discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli apostoli nel Cenacolo che trasformò per sempre “la loro vita e tutta la storiaâ€. E alla mattina seguente, quando “ebrei devoti di tutte le nazioni pieni di stupore†udirono quegli uomini parlare nella propria lingua. Gli Atti degli Apostoli descrivono poi la prima comunità dei credenti e il Papa afferma:
Nessuno si trovava nel bisogno perché avevano tutto in comune. E il popolo diceva di loro: “guarda come si amanoâ€. L’amore fraterno li identifica. E la presenza dello Spirito li rende comprensibili. Questa notte risuona dentro di me più che mai il “guarda come si amanoâ€. Com’è triste quando si dice dei cristiani “guarda come litiganoâ€. Può il mondo oggi dire dei cristiani: “guarda come si amanoâ€, o può dire con verità “guarda come si odiano†o “guarda come litiganoâ€? Che cosa ci è successo? Abbiamo peccato contro Dio e contro i nostri fratelli. Siamo divisi, abbiamo rotto in mille pezzi ciò che Dio ha fatto con tanto amore, con passione e tenerezza. Tutti, tutti, abbiamo bisogno di chiedere perdono al Padre di tutti, e abbiamo anche bisogno di perdonare noi stessi.
Vieni Spirito Santo, cambia il mio cuore
Papa Francesco prosegue osservando che oggi, più che mai, è necessaria e urgente l’unità dei cristiani. Basta guardare al mondo colpito dall’epidemia, effetto di un virus, ma anche, sottolinea, conseguenza dell’egoismo che rende i poveri sempre più poveri e i ricchi più ricchi, mentre la natura viene depredata dall’uomo a cui Dio l’aveva affidata. Quindi prosegue:
Fratelli e sorelle, la notte odierna può essere una profezia, può essere l’inizio della testimonianza che noi cristiani, insieme, dobbiamo dare al mondo: essere testimoni dell’amore di Dio che è stato versato nei nostri cuori dallo Spirto Santo che ci è stato dato. L’amore a cui siamo stati chiamati noi credenti in Gesù. Perché questa notte migliaia di cristiani leviamo insieme, dagli angoli della terra, la stessa preghiera: vieni Spirito Santo, vieni Spirito di Amore, e cambia la faccia della terra, e cambia il mio cuore.
Ritornare ad essere testimoni dell'amore di Dio
L’esortazione di Francesco a tutti i cristiani è a tornare ad offrire al mondo la testimonianza dell’amore reciproco della prima comunità, ad uscire insieme, cambiati dallo Spirito, per cambiare il mondo. A conclusione del suo messaggio, il Papa assicura: “Dio è fedele, non ritira mai la sua promessaâ€, e per questo rievoca la profezia di Isaia (2, 2-4):
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: ‘Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.
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