Il Papa prega per il Paraguay: la violenza è autodistruttiva
Alessandro De Carolis e Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Le scene sono purtroppo comuni a tante altre già viste: strade e piazze presidiate dalla rabbia della gente, un esercito di striscioni e slogan antigovernativi, e poi lo sbocco di sempre, distruzioni di chi sfrutta il caos e le cariche della polizia che strisciano di sangue e lacrime l’asfalto. Asuncion, capitale del Paraguay, come Santiago del Cile e Bogotà e Lima e altre grandi città dell’America Latina. Un concentrato di malcontento che mette tutto in conto ai responsabili della cosa pubblica, le accuse per il malgoverno e quelle per la gestione della pandemia, particolarmente acuta nel Paese, che ha portato alla morte oltre 3 mila persone.
Con la violenza "si perde molto"
In Francesco tutto ciò ha aperto un altro angolo di preoccupazione, sfociato nell’appello in lingua spagnola alla fine dell’udienza generale, dopo una settimana di notizie allarmanti.
Per intercessione di Nostra Signora dei Miracoli di Caacupé, chiedo al Signore Gesù, Principe della Pace, che si percorra un cammino di dialogo sincero per trovare soluzioni adeguate alle difficoltà attuali, e costruire così insieme la pace tanto desiderata. Ricordiamoci che la violenza è sempre autodistruttiva. Attraverso di essa non si guadagna nulla, ma si perde molto e a volte tutto.
La situazione
L’onda di proteste, che si alimenta dagli inizi di marzo, in particolare contro il presidente Mario Abdo Benitez ha già visto dimettersi tre titolari del Ministero della salute per irregolarità nella campagna di vaccinazione. Lo stesso capo di Stato ieri aveva levato la voce al vertice del Prosur, il Forum per il progresso e lo sviluppo del Sud America, per denunciare la propria insoddisfazione verso la piattaforma Covax, “Invio un forte appello alle organizzazioni multilaterali e ai paesi sviluppati – ha detto Abdo – per consentire una distribuzione giusta ed equa di un bene globale”.
La Chiesa del Paraguay media tra le parti nello sforzo, auspicato dal Papa, di riannodare il filo di un confronto senza violenze. Monsignor Amancio Benítez, vescovo della diocesi di Benjamín Aceval e segretario generale della Conferenza episcopale del Paraguay, aveva detto nei giorni scorsi che "di fronte alla crisi attuale, la Chiesa invita a sollecitare soluzioni attraverso una manifestazione pacifica e, dall'altra parte, a fare un appello al governo per soddisfare le esigenze dei cittadini”.
Carenza di vaccini
"Gli unici vaccini a disposizione oggi del Paese sono le circa 23mila dosi donate dal Cile, per questo sono esplose le proteste". Lo spiega nell'intervista a Pope Alfredo Luis Somoza, giornalista esperto di America Latina. "Posso dire che l'errore commesso dal Governo nell'invio del bonifico per i vaccini che sarebbero dovuti arrivare dal piano Covax delle Nazioni Unite è incredibile, di fatto è stato sbagliato il destinatario ed ora la situazione di un Paese già in lockdown rischia di diventare ancor più disastrosa".
"Stiamo parlando - prosegue - di un Paese povero: quanto successo ha portato i cittadini a chiedere le dimissioni del presidente. In piazza ci sono studenti e contadini insieme ai sindacati. In Parlamento è stato richiesto l'impeachment di Mario Abdo Benitez, anche una parte della maggioranza sembra pronta a sostenerlo". Stiamo dunque assistendo ad una crisi politica. "Il Paraguay è uno dei pochi Paesi al mondo dove non c'è una vaccinazione in corso per mancanza di dosi, in un contesto continentale fortunatamente diverso dove - conclude Somoza - in Argentina sono state vaccinate circa 4milioni di persone, in Cile il 40% della popolazione, anche in Brasile nonostante la drammaticità della situazione la campagna vaccinale è avviata".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui