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Armida Barelli Armida Barelli

Sarà beata Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica

Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei Decreti che porteranno agli altari la cofondatrice, insieme a padre Gemelli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e che riconoscono le virtù eroiche di sette Servi di Dio

Davide Dionisi – Città del Vaticano

Fondatrice dei primi circoli della Gioventù femminile di Azione Cattolica, diede vita ad Assisi all’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e fu co-fondatrice nel 1921, insieme a padre Agostino Gemelli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Armida Barelli è la missionaria dell'Azione cattolica per la quale Papa Francesco ha riconosciuto il miracolo decretandone la prossima beatificazione e con lei, nell'udienza di oggi al cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, le virtù eroiche di sette Venerabili Servi di Dio.

Fidarsi di Dio e fare sempre la sua volontà

Nata a Milano il primo dicembre 1882, studiò in un collegio religioso svizzero, prima di incontrare, nel 1910, il francescano Agostino Gemelli, con il quale organizzò la consacrazione al Sacro Cuore dei soldati italiani nella Grande Guerra. Nel 1917 il cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, la invitò ad occuparsi del movimento femminile, e lei fondò i primi circoli della futura Gioventù femminile dell’Azione Cattolica, che nel settembre del 1918, per incarico di Papa Benedetto XV, furono estesi in tutta Italia. Morì a 71 anni, il 15 agosto 1952, a Marzio, in provincia di Varese, ed è sepolta nella Cripta dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. Il 17 luglio 1970 la Curia arcivescovile di Milano avviò il processo diocesano per la sua beatificazione, proseguita a Roma alla Congregazione delle Cause dei santi. Il primo giugno 2007 venne dichiarata venerabile da Benedetto XVI che autorizzò il decreto di promulgazione delle sue virtù eroiche.

Meravigliosa visione contemplativa

Il cardinale Tomas Spidlik le attribuì “una meravigliosa visione contemplativa di tutto ciò che la circonda, e una grande sensibilità umana”. Armida Barelli è una figura chiave nella chiesa del Novecento e i semi gettati allora, con il movimento spirituale e anche vocazionale suscitato dalla sua opera sono visibili ancora oggi. Senza l'esperienza della Gioventù femminile tutto ciò che poi il Concilio Vaticano II ha recepito, rispetto al ruolo dei laici, delle donne e dei movimenti nella Chiesa, sarebbe stato diverso. Il suo zelo apostolico e missionario la condusse a far nascere un'iniziativa di suore ancora attiva in Cina, ma il suo impegno era soprattutto mirato a dare consapevolezza al diritto-dovere della donna di partecipare alla vita della società civile e di quella della Chiesa. L’obiettivo era quello di far sì che le donne potessero far entrare nella riflessione sulla dimensione del sacro il loro personale vissuto. Quanto alle sfide pastorali più impegnative, era solita ripetere che “I cattolici non hanno diritto di essere mediocri in quanto testimoni del regale sacerdozio di Cristo”.

Il miracolo

Il miracolo attribuito all’intercessione di Armida Barelli è avvenuto a Prato. Il 5 maggio 1989, la signora Alice Maggini, di 65 anni, è stata investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta riportando una forte commozione cerebrale. I medici avevano previsto gravi conseguenze di tipo neurologico.  E’ stato allora che la famiglia della signora ha invocato l’intercessione della Serva di Dio: in modo scientificamente inspiegabile, Alice Maggini si è ripresa completamente e, senza aver riportato conseguenze, ha continuato la sua vita in totale autonomia fino alla morte avvenuta nel 2012.

La gioia del Comitato di beatificazione e canonizzazione

L’annuncio è stato accolto con grande gioia e gratitudine per il Papa dal Comitato di beatificazione e canonizzazione (l’Azione Cattolica Italiana, l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore) insieme a tante persone che in Italia e nel mondo la ricordano e mantengono viva la sua eredità. Il Comitato auspica che “il cammino di santità vissuto e testimoniato da Armida Barelli, a partire da una incrollabile fede nel Sacro Cuore, possa essere di esempio e di incoraggiamento per tutti coloro che nella vita associativa, nell’impegno di consacrazione nel mondo e nell’attività culturale e accademica cercano ogni giorno di contribuire alla manifestazione del regno di Dio. Con la sua intensa vita spirituale e l’instancabile attività organizzativa”, continua la nota, “ha precorso i tempi contribuendo ad aprire strade nuove per il ruolo della donna nella vita della Chiesa e della società. Docile all’azione dello Spirito Santo, ha saputo affrontare con straordinario coraggio sfide nuove e sostenere opere profetiche che ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali”.

Il commento del pronipote Paolo Barelli

“E’ una notizia che attendevamo da tempo. Provo una grande emozione” ha detto Paolo Barelli, pronipote di Armida. “Ho sempre sentito parlare molto di lei da mio padre e da mia nonna e all’interno della nostra famiglia”, ha spiegato l’attuale presidente della Federnuoto e deputato della Repubblica. “Siamo sempre stati entusiasti di questa figura che è riconosciuta ovunque, non soltanto in Italia, come una donna che ha dedicato la sua vita agli altri, pur potendosi permettere una vita agiata. Ha invece preferito lasciare tutto, cercando di venire incontro a chi aveva bisogno. Una donna impegnata anche nell’emancipazione culturale dei giovani”, ha proseguito, sottolineando che “ha lasciato un segno profondo anche per quanto riguarda la valorizzazione delle professionalità e della partecipazione ad una vita moderna che aveva sempre più bisogno di competenza. E’ stata una figura di spicco del laicato cattolico femminile italiano. Non dimentichiamo che ha fondato la sezione femminile dell’Azione Cattolica e si è battuta per il diritto di voto alle donne”.

I nuovi Venerabili

Nei decreti firmati dal Papa vengono riconosciute le virtù eroiche del Servo di Dio Albino Alves da Cunha e Silva, sacerdote diocesano; di Ignazio di San Paolo, sacerdote professo della Congregazione della Passione di Gesù Cristo; di Maria Felicita Fortunata Baseggio monaca dell’Ordine di Sant’Agostino; di Floralba Rondi, religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; di Clarangela Ghilardi, religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; di Dinarosa Belleri, religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo e di Elisa Giambelluca, fedele laica, membro dell’Istituzione Teresiana.

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Armida Barelli
20 febbraio 2021, 12:10