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Francesco per i 90 anni della Radio Vaticana: fate vedere la verità delle cose

Gli auguri del Papa all’emittente pontificia, fondata il 12 febbraio 1931 da Pio XI: “Grazie per il vostro lavoro” che raggiunge anche “posti sperduti”, avanti “con coraggio e creatività nel parlare al mondo”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Degli otto Papi della Radio Vaticana è il sesto a poterne celebrare l’anniversario a cifra tonda, quello che suggella un decennio di lavoro, e negli auguri che Francesco indirizza alla comunità di lavoro dell’emittente si coglie nitido l’eco più attuale del suo magistero sui media, lo sprone a produrre narrazioni basate sulla “verità” della vita.

Costruire il futuro

"Cari fratelli buon anniversario - esordisce il Papa nel messaggio - è importante conservare la memoria della nostra storia ed avere nostalgia non tanto del passato, quanto del futuro che siamo chiamati a costruire. Grazie per il vostro lavoro. Grazie per l’amore che ci mettete. La radio ha questo di bello: che porta la parola anche nei posti più sperduti. E la coniuga oggi anche con le immagini e con lo scritto. Andate avanti con coraggio e creatività nel parlare al mondo e costruire così una comunicazione capace di farci vedere la verità delle cose".

Responsabili di ciò che comunichiamo

La conclusione del messaggio si sintonizza, è il caso di dire, con l’invito rivolto a tutti i professionisti dei media nel recente del maggio 2021, ovvero quello di “distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità”, specie quella che spesso nessuno racconta perché non ci si prende la briga di andare a cercarla là dove si manifesta. Francesco propone agli operatori del settore il "Vieni e vedi" evangelico perché, sostiene, "nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona.

Pandemia, guerre dimenticate non lasciate all'oblio grazie al coraggio di alcuni cronisti: c'è un mondo che ha bisogno di essere raccontato con occhi limpidi ma per farlo, insiste il Papa, bisogna verificare di persona. "Il 'vieni e vedi' - scrive - è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga". Dunque, in un contesto mediatico dove manipolazione e narcisismo esercitano la loro influenza, Francesco chiede discernimento nel lavoro informativo. "Tutti - ricorda - siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere".

 

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12 febbraio 2021, 07:00