Francesco: clima e ambiente, spazio a una “cultura della cura”
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
“Alleanza tra essere umano e ambiente”, che altro non è che una declinazione del concetto di “ecologia integrale”, conosciuto ormai ovunque grazie all’enciclica . Alleanza che il Papa rilancia, parlando attraverso un , agli esperti riuniti per il “Virtual Climate Ambition Summit”, la videoconferenza internazionale organizzata sotto l’egida Onu a 5 anni dalla firma dell’Accordo di Parigi e orientata al prossimo vertice, la COP26 di Glasgow 2021.
Tutto quanto sta accadendo, dalla pandemia al cambiamento climatico, ha rilevanza – sostiene Francesco – su qualsiasi aspetto della vita, sociale ed economico, etico e politico. E tutto incide “sulla vita dei più poveri e fragili”, afferma ancora una volta facendo appello alla “responsabilità di promuovere, con un impegno collettivo e solidale, una cultura della cura, che ponga al centro la dignità umana e il bene comune”.
Uso razionale delle risorse
Valori alti che nonostante risultati non molto incoraggianti – l’Onu ha registrato in aumento i gas serra nonostante il lockdown – devono essere concretizzati in un’azione globale come quella, dice il Papa, di “una strategia che riduca a zero le emissioni nette (net-zero emission)”, la stessa che Francesco assicura sarà adottata dalla Santa Sede per i prossimi decenni.
Da una parte, lo Stato della Città del Vaticano s’impegna a ridurre a zero le emissioni nette prima del 2050, intensificando gli sforzi di gestione ambientale, già in corso da alcuni anni, che rendano possibile l’uso razionale di risorse naturali come l’acqua e l’energia, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la riforestazione, e l’economia circolare anche nella gestione dei rifiuti.
Il momento di cambiare rotta
Un complesso di azioni che si rifà all’ecologia integrale, un valore per il quale Francesco chiede “un’educazione”. Una crescita di formazione e sensibilizzazione che il Papa ricorda di aver promosso attraverso il Patto educativo globale, “per accompagnare le scuole e le università cattoliche, frequentate da oltre settanta milioni di studenti in tutti i continenti”. E aver sostenuto in modo analogo a fine novembre con l’evento l’Economia di Francesco, quando giovani imprenditori ed esperti di finanza sono stati coinvolti nello sforzo di esplorare “nuovi cammini” per superare, afferma il Papa, la “povertà energetica”, mettere “la cura dei beni comuni al centro delle politiche nazionali e internazionali”, favorire “la produzione sostenibile anche in paesi a basso reddito, condividendo tecnologie avanzate appropriate”.
Le misure politiche e tecniche si devono unire a un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente (...) È giunto il momento di un cambiamento di rotta. Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore.
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