Il Papa: Gesù che nasce è il "Segno" che Dio dona al mondo che soffre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
E’ dalla Slovenia che arriva il dono dell’albero di Natale, un maestoso abete rosso proveniente dai boschi di Ko?evje, che quest’anno svetta in Piazza San Pietro accompagnando con la sua bellezza le prossime festività. Per esprimere la sua gratitudine della Repubblica di Slovenia, insieme a quella di Castelli, la località dell’Abruzzo appartenente alla diocesi di Teramo-Atri, che ha donato invece il monumentale presepe in ceramica. Nel pomeriggio, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, la tradizionale inaugurazione del presepe e l'illuminazione dell'albero. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Albero di Natale e presepe, messaggi di speranza
La delegazione slovena, composta da vari ministri, ambasciatori e altre personalità, è guidata dal ministro degli Esteri e accompagnata dal cardinale Rodé e dall’arcivescovo di Maribor. Quella della diocesi abruzzese vede il vescovo, monsignor Lorenzo Leuzzi con numerose autorità civili. “Mai come quest’anno”, afferma il Papa, l’abete e il presepe, “icone“ del Natale, “sono segno di speranza per i romani e per quei pellegrini che avranno la possibilità di venire ad ammirarli”:
L’albero e il presepe aiutano a creare il clima natalizio favorevole per vivere con fede il mistero della Nascita del Redentore. Nel presepio, tutto parla della povertà “buona”, la povertà evangelica, che ci fa beati: contemplando la santa Famiglia e i vari personaggi, siamo attratti dalla loro disarmante umiltà.
Gesù che nasce è il segno che Dio dona al mondo
E ripercorrendo ciò che descrive l’evangelista Luca, Francesco ricorda il viaggio di Maria e Giuseppe a Betlemme, la loro ricerca di un riparo che non troveranno, il silenzio di Maria che “custodisce tutto nel suo cuore”, infine la sistemazione in un luogo di fortuna e la presenza dei pastori “protagonisti nel presepe, come nel Vangelo”, a cui è rivolto l’annuncio dell’Angelo.
La festa del Natale ci ricorda che Gesù è la nostra pace, la nostra gioia, la nostra forza, il nostro conforto. Ma, per accogliere questi doni di grazia, occorre sentirci piccoli, poveri e umili come i personaggi del presepio. Anche in questo Natale, in mezzo alle sofferenze della pandemia, Gesù, piccolo e inerme, è il “Segno” che Dio dona al mondo.
Un anno fa la Lettera del Papa sul presepe
Si tratta di un Segno mirabile, dice il Papa, invitando a rileggere in questi giorni la sua firmata un anno fa a Greccio. Francesco ringrazia i presenti all’udienza e quanti “hanno collaborato per il trasporto e l’allestimento dell’albero e del presepe”, invocando la ricompensa del Signore. Infine a tutti rivolge gli auguri “per una festa di Natale colma di speranza”, chiedendo di portarli anche alle famiglie e a tutti i concittadini.
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