Nel libro Terrafutura: creare le condizioni per un nuovo umanesimo
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
C’è una parola chiave che, per tutta la presentazione, si è ripetuta nei vari interventi. Una parola che diventa anche uno dei tratti distinti del Pontificato di Papa Francesco. La parola è “dialogo” che si declina nell’incontro, nel confronto senza preconcetti, nel riconoscersi fratelli e, in questo caso, figli di una stessa terra – il Piemonte – cresciuti grazie alla saggezza contadina delle nonne. “TerraFutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale” è l’ultimo libro di Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”, un’associazione impegnata a rispettare chi produce cibo in armonia con l’ambiente, e della rete “Terra Madre” che vanta oltre 100mila soci in tutto il mondo tra contadini, pescatori, artigiani, cuochi, ricercatori, indigeni, pastori.
I giovani hanno capito meglio la Laudato Si’
Dialogo dunque come metodo per avvicinare chi è lontano, chi ha percorso strade diverse ma comprende che solo nel confronto costruttivo nasce la possibilità di cambiare le cose. La – enciclica dalla potenza straordinaria e per tutti, scrive Carlo Petrini nel libro – è il punto di partenza di un discorso iniziato nel 2018, dopo l’avvio ad Amatrice delle Comunità Laudato Si’, proseguito nel 2019 prima del Sinodo sull’Amazzonia dove Petrini partecipa come uditore e infine nel luglio scorso dopo l’esplosione della pandemia. Nel presentare il volume, Petrini ricorda la necessità di “un dialogo tra pari”, tra chi è espressione di un sapere accademico e uno più tradizionale. Sottolinea poi che “le radici della terra” hanno reso possibile un dialogo aperto e schietto con il Papa. Pur partendo da posizioni diverse, lui agnostico, ex comunista e gastronomo, ha confessato di aver parlato lo stesso linguaggio del Pontefice che, nel libro, lo ha amabilmente apostrofato come “agnostico pio” perché “ha pietà per la natura e questo è un atteggiamento nobile”.
R. - Questi dialoghi sono la riconferma di un rapporto personale che dura da 5 anni, da quando io sono entrato in contatto con Papa Francesco, 5 mesi dopo la sua elezione. Devo dire che il tratto distintivo è sempre stato questo rapporto umano e questa attenzione per la Casa comune. Devo anche dire che questo documento straordinario che è la Laudato Si’, dichiaratamente non è solo rivolto al mondo cattolico ma a tutti e quindi io penso che è una grande opportunità anche per il mondo laico per riflettere su come è necessario cambiare i paradigmi di questa economia e, nello stesso tempo, creare le condizioni di un nuovo umanesimo. Questo è l’elemento distintivo del nostro rapporto.
Lei si confronta ogni giorno con un mondo che non è solo quello cattolico, come pensa sia stato recepito questo documento?
R. – Sono cinque anni dalla Laudato Si’, debbo dire che oggi incomincia una nuova fase perché nei 5 anni precedenti da un lato il mondo laico ha sempre ritenuto che si trattasse di un documento ecclesiale e di una riflessione ecologica dove la Chiesa arriva ultima. Per contro il mondo cattolico non è che sia stato così sollecito a intervenire, a prendere posizione, perché probabilmente riteneva che queste tematiche fossero tematiche più che altro ambientaliste, ma questo non è vero. La Laudato Si’ non è un’enciclica verde o ambientalista, questa è un’enciclica sociale che fa parte di un pensiero importante di tutta questa umanità che si concentra attorno alla Chiesa cattolica ma che parla al mondo. Ecco io penso che ce n'è voluto un po' per capirlo. Per contro i giovani l'hanno capito immediatamente e questo è bello.
Lei ha fatto rivelare al Papa la sua conversione ecologica…
R. - Sì e questo è anche un aspetto umano di questo uomo straordinario. Cioè lui riconosce che è stato un percorso personale, riconosce che l’enciclica non è tutta farina del suo sacco e in un mondo, dove tutti rivendicano di essere protagonisti, avere un grande personaggio come questo che umilmente dice come è stato il suo avvicinarsi a queste tematiche, secondo me, è un segno un segno distintivo di un'umanità grande.
Un’ecologia che non è bandiera ma scelta di vita
E’ tempo di uscire da un sapere specialistico; di vivere la globalizzazione “poliedrica” come suggerisce Francesco nel libro di Petrini; di compiere gesti quotidiani che ci facciano sperare nel domani perché “non tutto è compromesso”. Nel presentare il volume, monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, si sofferma su questi aspetti. Firmando la prefazione del volume, ricorda “la prospettiva dal basso” che è all’origine dell’incontro tra il Papa e Petrini. “Entrambi – scrive – sono interessati alla Terra e al futuro. Di qui il loro confronto che unisce immediatezza e profondità, lasciando emergere le vie per una ecologia che cessi di essere una bandiera e diventi una scelta. Per la vita della Terra.
Il ricavato delle vendite di Terrafutura è destinato alla ristrutturazione di un edificio che si trova ad Amatrice. Un luogo che ospiterà un Centro studi dedicato all’ecologia integrale chiamato “Casa Futuro – Centro Studi Laudato Si’”. Già dal 2016, in questa zona, grazie all’impegno di Petrini e di monsignor Domenico Pompili sono nate le Comunità Laudato Si’:
R. - In realtà insieme con Carlo Petrini abbiamo pensato un libro che fosse una sorta di libretto rosso per le Comunità Laudato Si' che insieme abbiamo avviato e che costituisse, per tutti quanti i partecipanti a questa esperienza, una bussola di orientamento.
Come sta procedendo la ricostruzione nel segno della Laudato Si’ ad Amatrice, una terra di sperimentazione a quattro anni dal sisma?
R. - Beh, diciamo che speriamo fortemente in un'accelerazione perché fin qui, per una serie di concause, la ricostruzione è andata piuttosto lentamente come ha ammesso lo stesso commissario Legnini. Direi che in questo tempo del post Covid la possibilità di realizzare un grande cantiere della ricostruzione, che io preferisco chiamare della rigenerazione, sarebbe sicuramente un volano importante per l'economia di tutta la zona e direi anche la possibilità di sperimentare un nuovo rapporto dell'uomo con l'ambiente in una terra che è stata così profondamente ferita dalle vicende del 2016.
Ha trovato sensibilità nel proporre un nuovo modello, un nuovo modo di rigenerare la terra?
R. - Sì mi pare che ci sia una sensibilità che vada crescendo rispetto anche soltanto a qualche anno fa. Si tratta adesso di finalizzare questa sensibilità attraverso progetti che diano ad intendere che non si tratta di fantasie lontane dalla concretezza. Ma si tratta di una soluzione che perfino sul piano economico risulterà più vantaggiosa.
Cosa le è piaciuto di più di questo libro?
R. - Beh, direi il dialogo come tale tra il Papa e Petrini. Un dialogo all'insegna di una grande capacità di confronto, al di là delle rispettive posizioni di partenza, grazie a questa comune causa che è appunto la terra.
Guardando alla nuova enciclica
Pieno di spunti l’intervento del direttore di Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro. Sottolineando anche lui la bellezza del dialogo come una strada da percorrere, come un metodo per valorizzare le differenze, il gesuita si sofferma sulla critica all’approccio illuminista contenuta nel volume e sul concetto di laicità vera che implica l’apertura alla trascendenza. “Leggere questo libro – afferma padre Spadaro - implica il ragionare su due filoni: i temi della Laudato Si’ e quello della Fratellanza umana, al centro della nuova enciclica di Papa Francesco”:
R. - “TerraFutura” declina uno dei grandi temi del pontificato, legati alla Laudato Si’ ma non solo, direi anche al documento di Abu Dhabi sulla Fraternità umana, ovvero il dialogo. Questi grandi temi diventano vita vissuta perché sia il Pontefice sia Carlo Petrini, in qualche modo, si raccontano e si comunicano quindi è un messaggio vivo, efficace che permette anche in qualche modo di introdurci al significato dell'enciclica che sta per essere pubblicata.
A 5 anni dalla Laudato Si’, secondo lei rispetto al mondo laico che impatto ha avuto? Papa Francesco insiste molto sulle pratiche da assumere e in questo forse siamo un po' indietro…
R. - Certamente il messaggio di Francesco è messaggio profetico, indica una direzione, non offre ricette politiche ma affida dei principi e dei punti di riferimento fondamentali, indicando anche dei rischi, a coloro che sono chiamati a decidere. Quindi a 5 anni dalla Laudato Si’ possiamo dire che questa enciclica rimane ancora un testo aperto, ancora da applicare ma certamente indica a tutti gli uomini di buona volontà, quindi non solo credenti, un messaggio molto forte perché ci possa essere un mondo migliore.
Petrini dice che è stato accolto meglio dai giovani
R. – E’ così perché i giovani sono molto più sensibili alle tematiche ambientali, ma bisogna tenere conto che la Laudato Si’ non è una enciclica ecologico-ambientale ma sociale, perché lega direttamente le situazioni di sfruttamento, di povertà del mondo alle condizioni ambientali ed ecologiche. Questa è la grande intuizione di Francesco.
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