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Argentina, un uomo che vive raccogliendo il cartone rischiando così il contagio da coronavirus Argentina, un uomo che vive raccogliendo il cartone rischiando così il contagio da coronavirus 

Francesco ai “Curas villeros” colpiti dal coronavirus in Argentina

Papa Francesco esprime con un viideomessaggio la sua vicinanza ai parroci che operano nei quartieri popolari di Buenos Aires, colpiti dalla pandemia da Covid-19. Tre sacerdoti risultano infettati. Prego per voi e vi accompagno, ha detto loro Francesco

Isabella Piro - Città del Vaticano

Vicinanza, preghiera, accompagnamento: con questi sentimenti Papa Francesco si è rivolto, in un breve videomessaggio, ai “Curas villeros”, ovvero ai parroci delle “Villas miserias”, i quartieri popolari di Buenos Aires, colpiti dalla pandemia da coronavirus. Tre di loro sono stati infettati dal Covid-19 ed è a loro in particolare che Francesco si è rivolto. "Voglio dirvi che vi sono vicino, che sto pregando per voi e che vi accompagno in questo momento. So che state lottando, con la preghiera e con l'aiuto dei medici", ha detto il Papa in un video, pubblicato il 9 luglio sull’account Twitter dei sacerdoti.

Il Papa ai fedeli: pregate per i sacerdoti

Il pensiero di Francesco è andato soprattutto a padre Basilicio Brítez, meglio noto come “Bachi”: definendolo “un pioniere di Villa Palito”, oggi Barrio Almafuerte, uno dei quartieri più poveri della città, il Papa lo ha affidato al Signore in questo momento difficile. Infine, a tutti i fedeli il Pontefice ha chiesto di “ringraziare Dio per la testimonianza di questi sacerdoti e pregare per la loro salute”.

Tra i "Curas Villeros" padre Di Paola, accanto agli ultimi

Nato alla fine degli anni ’60, il gruppo dei “Curas villeros” ha ricevuto nuovo impulso e incoraggiamento negli anni ’90, dall’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Oggi, il gruppo è composto da 22 sacerdoti che operano in 8 diverse quartieri della capitale argentina, in zone popolate da migliaia di abitanti. Tra i volti più noti, c’è quello di padre Josè Maria Di Paola, ovvero “padre Pepe”. Lo stesso Francesco lo ha indicato come esempio nell’Incontro con i parroci della diocesi di Roma, svoltosi il 2 marzo 2017 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. “Raccontava un giovane uomo che si stava recuperando nell’Hogar de Cristo di padre Pepe a Buenos Aires – ha spiegato il Papa tre anni fa - che la mente gli giocava contro e gli diceva che non doveva stare lì, e che lui lottava contro quel sentimento. E diceva che padre Pepe lo aveva aiutato molto. Che un giorno gli aveva detto che non ce la faceva più, che sentiva molto la mancanza della sua famiglia, di sua moglie e dei due figli, e che se ne voleva andare. “E il prete mi disse: “E prima, quando andavi in giro a drogarti e a vendere droga, ti mancavano i tuoi? Pensavi a loro?”. Io feci segno di no con la testa, in silenzio – disse l’uomo – e il prete, senza dirmi nient’altro, mi diede una pacca sulla spalla e mi disse: “Vai, basta così”. Come per dirmi: renditi conto di quello che ti succede e di quello che dici, ringrazia il cielo che adesso senti la mancanza”.

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10 luglio 2020, 18:02