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Il Papa ai fedeli cinesi: siate forti nella fede e testimoni di speranza

Al termine del Regina Coeli, Francesco ha salutato i cattolici cinesi ricordando la festa della Beata Vergine Maria, Aiuto dei cristiani e Patrona della Cina, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai

Paolo Ondarza e Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Sostegno, affetto, preghiera e vicinanza ai fedeli cattolici in Cina e ai loro pastori. E’ quanto assicura Papa Francesco al termine della preghiera mariana, nel giorno della festa della Beata Vergine Maria, Aiuto dei cristiani e Patrona del Paese orientale. Nel ricordare la preghiera di tutta la Chiesa, il Pontefice auspica che in loro "possano risplendere la luce e la bellezza del Vangelo, potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”.

Affidiamo alla guida e alla protezione della nostra Madre Celeste i Pastori e i fedeli della Chiesa cattolica in quel grande Paese, perché siano forti nella fede e saldi nell’unione fraterna, gioiosi testimoni e promotori di carità fraterna e buoni cittadini. Carissimi fratelli e sorelle cattolici in Cina, desidero assicurarvi che la Chiesa universale, di cui siete parte integrante, condivide le vostre speranze e vi sostiene nelle prove della vita. Essa vi accompagna con la preghiera per una nuova effusione dello Spirito Santo, affinché in voi possano risplendere la luce e la bellezza del Vangelo, potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede".

La festa della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani

Indetta nel 2007 da Benedetto XVI con la “Lettera ai cattolici cinesi” la Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina ricorre ogni anno ,il 24 maggio, data in cui si celebra la festa della Beata Vergine Maria “Aiuto dei Cristiani”, particolarmente venerata in Cina nel Santuario di “Nostra Signora di Sheshan”, presso Shanghai. Per l’occasione, ormai tredici anni fa, Benedetto scrisse una preghiera alla Vergine, alla quale chiedeva di guidare il Popolo di Dio “sulle strade della verità e dell’amore” per essere “in ogni circostanza fermento di armoniosa convivenza tra tutti”, di sostenere “l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù”. Infine implorava la Madre di Dio di “aiutare i cattolici ad essere sempre testimoni credibili dell’amore, mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa”.

Francesco e la Cina

L’attenzione alla Cina è stata costante fin dall’inizio del pontificato di Francesco che in occasione della “Giornata di preghiera” non ha mai mancato di esprimere vicinanza e affetto a tutti i cattolici cinesi che “tra quotidiane fatiche e prove, continuano a credere, a sperare e ad amare”. Il Papa li ha esortati, sotto la protezione di Maria, ad essere “sempre uniti nella comunione della Chiesa universale”. Storico l’Accordo provvisorio raggiunto tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese il 22 settembre 2018, definito dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin “un punto di arrivo di un lungo cammino, ma soprattutto un punto di partenza” per “una nuova fase di maggiore collaborazione per il bene della comunità cattolica cinese e per l’armonia dell’intera società”. “Dobbiamo camminare insieme”: ha detto il porporato in un’intervista al Global Times, “perché solo così potremo rimarginare le ferite e le incomprensioni del passato, per mostrare al mondo che anche partendo da posizioni lontane si possono raggiungere intese fruttuose”. L’Accordo provvisorio – ha scritto Papa Francesco nel Messaggio ai cattolici cinesi e alla Chiesa Universale del 26 settembre 2018 – è “frutto del lungo e complesso dialogo istituzionale della Santa Sede con le Autorità governative cinesi, inaugurato già da San Giovanni Paolo II e proseguito da Papa Benedetto XVI”. “Non si tratta di nominare funzionari per la gestione delle questioni religiose, ma di avere autentici Pastori secondo il cuore di Gesù, impegnati a operare generosamente al servizio del Popolo di Dio”.

Un rapporto di collaborazione

Significative le tante iniziative che negli ultimi due anni hanno caratterizzato il rapporto tra Santa Sede e Cina: dall’autorizzazione data dal governo di Pechino ai due vescovi,  Giuseppe Guo Jincai e Giovanni Battista Yang Xiaoting, a partecipare al Sinodo sui giovani in Vaticano nel 2018; fino alla consacrazione episcopale con Mandato Pontificio nell’agosto 2019 di Antonio Yao Shun e Stefano Xu Hongwei, rispettivamente vescovo di Jining/Wulanchabu, nella Mongolia interna e vescovo coadiutore di Hanzhong, nel provincia nord occidentale dello Shaanxi.  Recentemente, dall’inizio della pandemia del coronavirus, reciproche sono state le manifestazioni di solidarietà tra Santa Sede e Cina con vicendevoli donazioni di protezioni sanitarie e dispositivi di sicurezza finalizzati al contrasto del virus. Tanti fedeli cinesi hanno inoltre partecipato attraverso i social network alla celebrazione quotidiana della Messa di Papa Francesco da Casa Santa Marta diffusa alle 13 locali, le 7 in Italia, dallo scorso marzo. Il dialogo, la conoscenza e il cammino insieme “per costruire un futuro comune di più alta armonia”, così come auspicato dal Santo Padre, passano anche per la cultura e la bellezza: “Beauty Unites Us – Chinese Art from the Vatican Museum” è stata la mostra di alto valore simbolico, organizzata a Pechino dai Musei Vaticani dal 28 maggio al 14 luglio 2019 presso il Palace Museum della Città Proibita.

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24 maggio 2020, 12:11