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Regina Coeli, Francesco: la vita cambia direzione se si passa "dall’io a Dio"

Aprire il cuore a Gesù, ascoltarlo leggendo il Vangelo, pregarlo perché solo in lui si può trovare la vera via. Così Papa Francesco nel Regina Coeli incentrato sul passo del Vangelo odierno che racconta dei discepoli di Emmaus

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Una svolta, un cambio di prospettiva, un guardare alla realtà “più grande e vera della vita” che è l’amore di Gesù. E’ quanto insegna il Vangelo di oggi nel quale si narra dei discepoli di Emmaus. Papa Francesco, nel commento al dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, () sottolinea che il passaggio dalla tristezza alla gioia è possibile se si smette “di orbitare nel proprio io”, se si accetta il cambio di passo che solo l’incontro con Dio può generare:

L’inversione di marcia è questa: passare dai pensieri sul mio io alla realtà del mio Dio; passare – con un altro gioco di parole – dai “se” al “sì”. Dal “se” ai “sì”: cosa significa?  “Se fosse stato Lui a liberarci, se Dio mi avesse ascoltato, se la vita fosse andata come volevo, se avessi questo e quell’altro…”, in tono di lamentele. Questo “se” non aiuta, non è fecondo, non aiuta noi né gli altri. Ecco i nostri se, simili a quelli dei due discepoli. I quali passano però al sì: “sì, il Signore è vivo, cammina con noi. Sì, ora, non domani, ci rimettiamo in cammino per annunciarlo”. Sì, io posso fare questo perché la gente sia più felice, perché la gente migliori, per aiutare tanta gente. Sì: sì, posso.

Dalla lamentela alla gioia – afferma il Papa – si passa al servizio. Si abbandona “l’aria grigia della tristezza”, che non fa crescere bene, per arrivare alla pace.

I due cammini

Undici chilometri in salita e poi in discesa è quanto i discepoli di Emmaus percorrono insieme al Signore, che prima vedono ma non riconoscono e poi pur non vedendolo più, ma sentendolo vicino, fanno la strada a ritroso per andare a portare agli altri “la bella notizia dell’incontro con Gesù Risorto”; una notizia che è espressione dell’amore di Gesù di una realtà più grande e vera della vita, positiva, solare, bella!”. Sono, indica il Papa, le due direzioni opposte della vita:

C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto sé stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita, cioè i fratelli che attendono che noi ci prendiamo cura di loro. Ecco la svolta: smettere di orbitare attorno al proprio io, alle delusioni del passato, agli ideali non realizzati, a tante cose brutte che sono accadute nella propria vita.

L’incontro che cambia la vita

“Non c’è salita, non c’è notte che non si possono affrontare con Gesù”, sottolinea Francesco, che ricorda che tutto cambia se si fa esperienza del suo amore, del suo incontro. I discepoli di Emmaus sono i testimoni di questa svolta: aprono il cuore, ascoltano le Scritture e invitano Gesù a casa.

Sono tre passaggi che possiamo compiere anche noi nelle nostre case: primo, aprire il cuore a Gesù, affidargli i pesi, le fatiche, le delusioni della vita, affidargli il “se”; e poi, secondo passo, ascoltare Gesù, prendere in mano il Vangelo, leggere oggi stesso questo brano, al capitolo ventiquattro del Vangelo di Luca; terzo, pregare Gesù, con le stesse parole di quei discepoli: “Signore, «resta con noi» (v. 29). Signore, resta con me. Signore, resta con tutti noi, perché abbiamo bisogno di Te per trovare la via”. E senza di Te c’è la notte.

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26 aprile 2020, 12:12