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Francesco ai sacerdoti: grazie per la creativa vicinanza ai fedeli

La gratitudine del Papa ai religiosi per il loro impegno a fianco del popolo e il forte invito a vivere la comunione spirituale all’Eucaristia, anche nella condizione di isolamento a causa del Covid-19, caratterizzano le parole del Papa all'Angelus di questa domenica. Rinnovata la vicinanza del Pontefice a quanti aiutano malati e persone sole

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Grazie ai sacerdoti e alla loro creatività, perché “pensano a mille modi di essere vicini al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato”. Sono le prime parole che il Papa pronuncia in occasione della recita dell'Angelus. (scarica il podcast) In diretta streaming, così come per la Messa a Casa Santa Marta, e come continuerà a fare per tutta la settimana, Francesco si rivolge con gratitudine al clero tutto per il comportamento assunto di fronte all’emergenza del Covid-19:

Vorrei ringraziare anche tutti i sacerdoti, la creatività dei sacerdoti. Tante notizie mi arrivano dalla Lombardia su questa creatività, è vero, la Lombardia è stata molto colpita. Sacerdoti che pensano mille modi di essere vicino al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato, sacerdoti con lo zelo apostolico che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il “don Abbondio”. Grazie tante a voi sacerdoti.

In particolare Francesco cita l’esempio dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, “vicino al suo popolo” e in preghiera sul tetto del Duomo per chiedere la protezione della Madonnina:

In questo momento sta finendo a Milano la Messa che il signore arcivescovo celebra nel Policlinico per gli ammalati, i medici, gli infermieri, i volontari. Il signore arcivescovo è vicino al suo popolo e anche vicino a Dio nella preghiera. Mi viene in mente la fotografia della settimana scorsa, solo sul tetto del duomo pregando la Madonna. 

Le parole di vicinanza e ringraziamento di Papa Francesco

Francesco ai fedeli: non siamo mai soli

L’isolamento dettato dalla pandemia di coronavirus aiuti a “riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa”. Si amplia così il pensiero del Papa, al termine della preghiera dell’Angelus, quando si rivolge al popolo dei fedeli per rassicurarli che “uniti a Cristo non siamo mai soli”:

In questa situazione di pandemia, nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati, siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa. Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo. È un’unione che si alimenta con la preghiera, e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento. Questo lo dico per tutti, specialmente per le persone che vivono sole.

Il Papa sempre vicino a chi aiuta malati e persone sole

Francesco, come ormai quotidianamente, conclude ricordando l’importante lavoro che, in questo periodo di emergenza, stanno svolgendo tanti operatori e volontari che aiutano chi rimane a casa e assicurando la sua vicinanza a chi è nella prova:

Rinnovo la mia vicinanza a tutti i malati e a coloro che li curano. Come pure ai tanti operatori e volontari che aiutano le persone che non possono uscire di casa, e a quanti vanno incontro ai bisogni dei più poveri e dei senza dimora. Grazie per lo sforzo che ognuno di voi fa per aiutare in questo momento così duro. 

Europa blindata, il contagio non accenna a diminuire

Le cifre dei contagi e delle vittime di Covid-19 mostrano ancora i contorni di una pandemia che non accenna a rallentare. In Europa si registra un’impennata, la Spagna ha deciso, così come fatto già dall’Italia, di proibire tutti gli spostamenti non necessari. Francia, Germania e Belgio hanno stabilito la chiusura di scuole, bar e ristoranti, mentre sono raddoppiate le morti in Gran  Bretagna. In Italia salgono le vittime, ma aumenta anche la percentuale dei guariti. Fuori dal continente europeo, negli Stati Uniti sale il numero dei casi accertati, arrivati a oltre 2.800, con 58 vittime. In Corea del Sud, per la prima volta in 23 giorni, con 76 contagi si scende al di sotto dei 100 casi. Una speranza arriva intanto dall’annuncio di un primo farmaco specializzato nell’aggressione al coronavirus, che però avrà bisogno di mesi per la sperimentazione. Per i casi più gravi si è stabilito, nel frattempo, l’utilizzo di plasma di pazienti guariti dalla Covid-19. 

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15 marzo 2020, 12:30