In un libro le parole e i gesti più significativi di Papa Francesco sulle donne
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Il volume di Nina Fabrizio esce in occasione dei 7 anni di Pontificato di Papa Francesco. Delle donne, del loro apporto nella vita della Chiesa e nella società, ma più ancora della necessità della loro presenza e del loro sguardo specifico per il bene dell'intera umanità, il Papa ha parlato spesso rispondendo anche a domande e a sollecitazioni delle stesse donne. In un magistero che pone grande attenzione agli ultimi, non sorprende la sua attenzione alle sofferenze vissute dall'universo femminile, al dramma dello sfruttamento sessuale, ad esempio, o a quello dei femminicidi.
L'incontro del Papa con tante donne coraggiose
Il Papa ha conosciuto molte donne forti, coraggiose, concrete, capaci di soffrire e portare molti pesi. Le ha incontrate in Argentina e lungo tanti viaggi, tra gli immigrati e nelle carceri. Nel volume si parla di questo, ma anche della questione del sacerdozio e del diaconato femminile, di alcune storture, emerse solo di recente, relative alla vita delle religiose, della 'tratta' delle novizie, dei casi di abuso sulle suore. Papa Francesco non teme di affrontare temi scottanti o di ammettere che, su alcuni aspetti, sia necessario fare di più per approfondire le specificità e il ruolo della donna nella Chiesa. Ma da quali considerazioni è nata l'idea di scrivere "Francesco. Il Papa delle donne"? Ai microfoni di Pope, lo spiega la stessa Nina Fabrizio:
R. – Guardi, io ho cominciato dalla semplice osservazione perché come cronista, vedendo gli eventi giorno dopo giorno del Pontificato, a un certo punto questo filo rosso si è costruito da sé, perché il Papa ha cominciato a fare una serie di interventi sulle donne, ma anche una serie di gesti. Uno dei primi che mi colpì molto fu quando nella Casina Pio IV si organizzò un grande convegno sul tema della tratta degli esseri umani. E fu proprio Papa Francesco che volle che fossero presenti fisicamente delle donne che avevano vissuto in prima persona la tratta per lo sfruttamento sessuale. C'è sempre il tentativo da parte di questo Papa di accompagnare un discorso con un gesto, e un gesto oggi, un gesto domani, i messaggi passano e mi hanno fatto capire che c’era veramente, e c'è tuttora, un’attenzione alle donne sia per quello che le ho detto, ma anche riguardo al positivo delle donne.
Tanti, infatti, gli aspetti riguardo alle donne fuori e dentro la Chiesa da lui affrontati. Io vorrei cominciare dalla questione del sacerdozio femminile, che per alcuni è centrale, ma non per il Papa…
R. – Sì, forse lo abbiamo visto proprio con la conclusione del Sinodo sull'Amazzonia e il documento del Papa "Querida Amazonia" che non ha riservato poi così grande spazio appunto al tema del diaconato, ecc... Ma questo personalmente non mi ha molto sorpreso perché lui molte volte ha detto che noi non dobbiamo dare funzioni, cambiare la dignità con un funzionalismo. Allora non è che la donna, magari la rimetti in primo piano nella società - che è quello che mi sembra lui ci dica che dobbiamo fare -, dandole una funzione o peggio una clericalizzazione. Quindi forse in questo senso qualche aspettativa è stata anche un po' delusa, ma secondo me non è stato però uno sminuire la donna. Io continuo a essere convinta che lui veda veramente nelle donne delle grandi capacità, delle capacità di fare, di avere un potere non nel senso di autorità, ma un potere nel senso di poter fare cose, poter aiutare, poter liberare...
Però Papa Francesco è un Papa che ascolta e su sollecitazione di alcune congregazioni religiose ha accettato di andare più a fondo sul tema del diaconato delle donne...
R. - Infatti, questa è stata una grande novità di questo Pontificato e secondo me ancora una volta ci dimostra che Papa Francesco è un Papa che non ha paura di mettere sul tavolo dei temi e delle discussioni che possono anche essere lunghe o non avere una conclusione immediata. Riguardo alla commissione che lui ha costituito, ha detto che “erano tutti rospi di diversi pozzi”, voleva dire che i teologi che aveva nominato, alla fine non hanno trovato un accordo. Però è stato proprio durante il sinodo dell'Amazzonia che lui ha anche promesso che rilancerà questa commissione, quindi evidentemente lui vuole che si continui a studiare, a indagare senza paura anche delle conseguenze cui si potrà eventualmente arrivare.
Un altro problema emerso di recente è stato quello delle religiose che si trovano a fare da domestiche nelle case di sacerdoti o di vescovi. Ma anche quello della “tratta delle novizie” e poi ancora gli abusi denunciati da religiose.
R. – Questi sono tutti temi che erano assolutamente tabù e ancora una volta è stato proprio Papa Francesco a rompere questi tabù perché ne ha parlato in maniera del tutto chiara. La tratta delle novizie è proprio un tema che ha posto lui in uno dei dialoghi iniziali incontrando istituti di religiose e ha denunciato molto chiaramente che non si può fare un reclutamento delle suore da Paesi magari più svantaggiati, promettendo il pasto caldo e l'alloggio e poi però magari non c'è una vera vocazione. La questione del suore ridotte a domestiche era una questione di quelle che un po' tutti sapevano. E anche qui il Papa ha detto una parola chiara, ha detto servizio sì, servitù no. Venendo al terzo punto, quello dell'abuso sessuale che non è solo l'abuso sessuale ma anche l’abuso di coscienza, su questo io mi permetto di dire che c'è grande aspettativa nei confronti del Papa, che veramente si vada avanti, che si faccia luce, con un'apertura di dossier e di archivi se ci sono e si sanino delle situazioni che sono state molto pesanti. Ho visto in quest'ultimo anno il caso di un vescovo indiano accusato di violenza su una suora, che il Papa ha immediatamente rimosso dall'incarico. Ecco quindi penso che lui abbia un'attenzione molto forte e non esiti a rimuovere le persone che si nascondono dietro una veste sacra per commettere dei crimini.
Abbiamo già accennato all'impegno di Papa Francesco contro la prostituzione, contro la tratta degli esseri umani…
R. – Sì, è un tema abbastanza ignorato sia dell'opinione pubblica sia anche dalla politica se pensiamo in particolare all'Italia dove c’è il reato di sfruttamento della prostituzione, ma per il cliente non è prevista alcuna multa, quando un atto sessuale preteso con la violenza è veramente profanare una donna. Quindi è un tema su cui penso si dovrebbe parlare un po' di più e il Papa ne parla molto.
Le nomine di donne in Vaticano: non sono tantissime ma alcune, e anche di rango, sono state fatte…
R. – Esattamente. Ci sono delle nomine di vertice che sono molto interessanti: c'è stata sicuramente quella di Barbara Jatta alla direzione dei Musei vaticani. Ho visto che nei 10 musei più importanti al mondo, della cui lista fanno parte ovviamente anche Musei Vaticani, figurano praticamente due donne direttori di musei, una è appunto Barbara Jatta. Ho poi osservato con molto interesse l'ultima recente nomina di Francesca Di Giovanni come sottosegretario per i rapporti multilaterali nella Segreteria di Stato. La diplomazia vaticana è in mano ai diplomatici, ai nunzi, quindi chiaramente a dei sacerdoti, però che ci sia una donna a occuparsi del multilateralismo in questo Pontificato - quando il Papa ha parlato di una guerra a pezzi nel mondo quindi a suo parere c'è bisogno di un grande lavoro multilaterale per ricucire tutte queste situazioni di conflitto diffuso - affidare a una donna proprio la sezione del multilateralismo lo trovo veramente molto molto significativo.
Leggo dal suo libro: secondo Francesco la Chiesa non può essere sé stessa senza la donna. O anche: per la Chiesa il ruolo della donna è imprescindibile. Oppure: Maria, una donna, è più importante dei vescovi… Ecco come vede il Papa la donna, tenendo conto che siamo in cammino...
R. – Io credo che il Papa veda la donna molto positivamente. Nel libro ho scritto anche qualche nota biografica perché lui ha conosciuto in Argentina anche donne assolutamente eccezionali e nonna Rosa era la donna che ha saputo conservare le tradizioni di famiglia, in una famiglia come quella di Bergoglio che aveva lasciato l'Europa per andare in un continente nuovo in un'altra epoca. Chiaramente la figura di Maria è molto valorizzata dal Papa e poi lui parla molto di un ruolo specifico della donna che è quello della tenerezza. Lui associa molto la donna e la tenerezza e io penso che il suo messaggio sia veramente valido anche per chi non è credente. Il Papa ha detto una volta: lasciamo anche perdere la questione della procreazione, non si tratta di legare una donna necessariamente all'unico ruolo della maternità. La donna è, secondo il Papa, a tutto campo, l'importante è che sia una donna feconda, cioè che porti dei frutti nella società. Questo credo sia la sua visione, una visione di fecondità.
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