Il Papa: ogni violenza contro la donna è una profanazione di Dio
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Nel grembo di Maria c’è la storia dell’umanità, c’è il futuro della Chiesa, ci sono le storie delle madri che lasciano tutto per tutelare il loro bimbo ma sono viste come “numeri in esubero”, ci sono le ferite delle donne che non vengono rispettate nel proprio corpo mentre “dal corpo di una donna – afferma Francesco – è arrivata la salvezza”. Nell’, il Papa ricorda che “ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”, è lei che prende “a cuore la vita”, grazie ai suoi doni si costruisce un mondo migliore e di pace pertanto è necessario tutelare la sua dignità e soprattutto includere la donna nei processi decisionali perché una sua conquista “è una conquista per l’umanità intera”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Non c’è salvezza senza la donna
“In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio”: sottolinea il Papa, ricordando che nel suo grembo, Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più, “anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!”
Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre. Perciò iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna.
Donna, fonte di vita, ma continuamente offesa
Ripartire dalla vita dunque perché, Francesco lo sottolinea più volte, le donne sono fonti di vita ma non rispettate; sono “continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo”.
La maternità umiliata
Nella riflessione del Papa non manca l’immagine del corpo della donna “sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare”; un corpo che invoca rispetto perché “è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati!”
Oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica. Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore.
Custode del cuore
“Secondo il racconto della Bibbia, la donna giunge al culmine della creazione, come il riassunto dell’intero creato. Ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto”. Così Francesco spiega il custodire di Maria, quel “mettere a posto” con amore anche le avversità, offrendo e affidando ogni cosa a Dio. Un’azione che segnerà la sua vita di madre, dalla nascita del Bambino fin sotto la Croce.
È proprio della donna prendere a cuore la vita. La donna mostra che il senso del vivere non è continuare a produrre cose, ma prendere a cuore le cose che ci sono. Solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa “vedere dentro”: la persona al di là dei suoi sbagli, il fratello oltre le sue fragilità, la speranza nelle difficoltà, vede Dio in tutto.
Donna, mediatrice di pace
Francesco rimarca quel “vedere dentro”, invitando a chiedere ad ognuno di noi se davvero guardiamo con il cuore alla vita delle persone che abbiamo accanto senza distruggerle con le chiacchiere, mettendo invce al centro Dio e non valori come il potere, le ricchezze e i successi. “Solo se la vita ci sta a cuore – afferma il Papa - sapremo prendercene cura e superare l’indifferenza che ci avvolge”. E’ questa la grazia da chiedere in questo anno: “prendere a cuore gli altri”, “prenderci cura degli altri”.
E se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace. La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera.
La rivoluzione della tenerezza
Dal primo incontro di sguardi e di amore tra Maria e Gesù è nata la “rivoluzione della tenerezza”, compito che la Chiesa è chiamata a portare avanti perché come Maria, “è donna e madre, e nella Madonna ritrova i suoi tratti distintivi”.
Vede lei, immacolata, e si sente chiamata a dire “no” al peccato e alla mondanità. Vede lei, feconda, e si sente chiamata ad annunciare il Signore, a generarlo nelle vite. Vede lei, madre, e si sente chiamata ad accogliere ogni uomo come un figlio.
La Chiesa ha un cuore di madre
In Maria, la Chiesa ritrova il suo centro e la sua unità nonostante il diavolo cerchi di dividerla, “mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti”.
Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture; non si capisce la Chiesa guardandola a partire dalle strutture, a partire dai programmi e dalle tendenze, dalle ideologie, dalle funzionalità: ne coglieremo qualcosa, ma non il cuore della Chiesa. Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente. O Madre, genera in noi la speranza, porta a noi l’unità. Donna della salvezza, ti affidiamo quest’anno, custodiscilo nel tuo cuore. Ti acclamiamo: Santa Madre di Dio. Tutti insieme, per tre volte, acclamiamo la Signora, in piedi, la Madonna: Santa Madre di Dio. Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio!
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