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L'avvenire dei bambini sia una priorità: l'intenzione di preghiera per dicembre

Perché ogni paese del mondo decida di prendere misure necessarie per fare del futuro dei più piccoli, specie se sofferenti, una priorità. Questo il cuore della preghiera che Francesco affida ad un videomessaggio tramite la Rete mondiale di preghiera del Papa

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

"Ogni bambino emarginato, ogni bambino maltrattato, ogni bambino abbandonato, ogni bambino senza scuola, senza cure mediche, è un grido che sale a Dio". Inizia così il messaggio che il Papa affida all'umanità dei credenti per il mese che ci porta alla festa del Natale, alla festa della nascita di Gesù bambino.

I bimbi del mondo, piccoli Gesù

Quel bambino nato nella mangiatoia di Betlemme è l'immagine di milioni di piccoli del mondo di oggi, loro devono essere al centro dell'attenzione. "In ciascuno di loro - afferma il Papa nel videomessaggio diffuso dalla  - c'è Cristo venuto nel nostro mondo come un bambino indifeso. E' Cristo - ribadisce Francesco - che ci sta guardando in ciascuno di quei bambini".

"Preghiamo perchè ogni paese - è dunque l'intenzione del mese appena iniziato - decida di prendere misure necessarie per fare dell'avvenire dei bambini una priorità, soprattutto l'avvenire dei bambini che oggi stanno soffrendo".

Diritti ancora in troppi casi negati

Per 1 bambino su 3 nel mondo, l'infanzia è ancora un diritto negato a causa di povertà, diseguaglianze e discriminazioni. Sono ancora troppi - circa quindici milioni con meno di cinque anni secondo l'Unicef -  i minori che muoiono per malattie curabili, non hanno cibo, non possono andare a scuola o sono costretti a lavorare precocemente. Proprio per questo, tutelare i loro diritti è uno dei passi fondamentali per la realizzazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e ci permetterà di lasciare un mondo migliore alle generazioni che verranno. E sui diritti dei bambini tanti gli interventi del Papa, anche nel recente viaggio apostolico in Thailandia e Giappone il mese scorso, esattamente alla grande Messa celebrata nello stadio nazionale di Bangkok il 21 novembre quando Francesco invitava i cattolici thailandesi a uscire per le strade, farsi discepoli missionari, e chiamare alla mensa del Signore tutti i fratelli thai ancora esclusi, tra cui proprio i bambini: 

Penso in particolar modo a quei bambini, bambine e donne esposti alla prostituzione e alla tratta, sfigurati nella loro dignità più autentica; a quei giovani schiavi della droga e del non-senso che finisce per oscurare il loro sguardo e bruciare i loro sogni; penso ai migranti spogliati delle loro case e delle loro famiglie, come pure tanti altri che, come loro, possono sentirsi dimenticati, orfani, abbandonati.

Rete mondiale di preghiera del Papa

Ricordiamo che la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, istituzione conosciuta anche come ‘Apostolato della Preghiera’ è stata fondata in Francia il 3 dicembre 1844 dal padre gesuita Francesco Saverio Gautrelet, e quest'anno ha compiuto 175 anni dalla nascita e 10 dalla rifondazione approvata nel 2014 da Francesco. Lo scorso 28 giugno, solennità del Cuore di Gesù,  Agli inizi del '900 gli aderenti all’Apostolato erano oltre 13 milioni, ora sono diventati 35 milioni, presenti in ogni angolo del pianeta. All'origine di tutto -  racconta padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa – un gruppo di seminaristi francesi che espresse il bisogno di andare in India ad annunciare il Vangelo come missionari. Per far questo avrebbero dovuto interrompere gli studi. Il formatore, a quel punto, disse loro che avrebbero potuto essere apostoli anche con la preghiera e con la donazione di sé stessi al Signore per sostenere coloro che già, in tutti i continenti, facevano conoscere Cristo. Tutto senza cambiare status. La piccola ed isolata esperienza ben presto divampò, coinvolgendo soprattutto i laici che non avrebbero potuto diventare missionari.

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05 dicembre 2019, 16:00