Il Papa alle Cellule di evangelizzazione: incontrare le persone dove vivono
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Se purtroppo, per tante ragioni, in molti “si sono allontanati dalle nostre parrocchie” è urgente incontrare le persone “là dove vivono e operano”. E quando “l’incontro è frutto dell’amore cristiano, cambia la vita perché raggiunge il cuore delle persone e le tocca in profondità”. Con queste parole “l’instancabile opera di evangelizzazione” di don Piergiorgio Perini, detto “Pigi”, e delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione fondate trent’anni fa dal parroco milanese oggi 90 enne, incontrati in Aula Paolo VI.
In seimila dai cinque continenti
In seimila dai cinque continenti sono tornati a Roma per celebrare l’anniversario, e il Papa li definisce “alcuni frutti” che il Signore ha concesso a don Pigi, sacerdote da 65 anni e per 35, dal 1977 al 2012 parroco di Sant’Eustorgio, di ammirare. “È umano – spiega Francesco - pensare che dopo tanto lavoro si desideri anche vedere il frutto del nostro impegno; eppure, il Vangelo spinge verso un’altra direzione”.
Il Signore a volte ci fa vedere i frutti del nostro lavoro
Gesù ha ricordato ai suoi discepoli che seguirlo non prevede automaticamente delle gratificazioni personali. «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato – parole di Cristo riportate dall’evangelista Luca - dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Ma, aggiunge il Pontefice, “se la nostra fatica per annunciare il Vangelo è totale e ci trova sempre pronti, allora la prospettiva cambia”. Saremo come i servi che il padrone di una parabola di Gesù trova ancora svegli al suo ritorno. Allora il padrone “si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. “Tocchiamo con mano tante volte – commenta Papa Francesco - quanto sia grande e infinito l’amore di Dio per noi! Se siamo fedeli e vigilanti, allora Egli ci concede di vedere anche i frutti del nostro lavoro”.
Tutto iniziato con 40 volontari a Sant'Eustorgio a Milano
E che il lavoro di don Pigi e dei suoi collaboratori, ora in migliaia dai primi 40 coinvolti nel 1987, sia stato fecondo, lo dimostra, ricorda il Papa, “la moltiplicazione delle Cellule che ormai sono presenti in tante parti del mondo”.
Non stancatevi mai di seguire le strade che lo Spirito del Signore Risorto vi pone dinanzi. Non vi freni alcuna paura del nuovo, e non rallentino il vostro passo le difficoltà che sono inevitabili nella via dell’evangelizzazione. Quando si è discepoli missionari, allora l’entusiasmo non può mai venire meno!
Ascolto della Parola e celebrazione del mistero di Cristo
Nella fatica, è il consiglio di Francesco, vi sostenga la preghiera allo Spirito Santo consolatore, e nella debolezza “sentite la forza della comunità che non permette mai di essere abbandonati a sé stessi”.
Le nostre parrocchie sono invase da tante iniziative, dove spesso, però, non si incide in profondità nella vita delle persone. Anche a voi è affidato il compito di ravvivare, soprattutto in questo periodo, la vita delle nostre comunità parrocchiali. Questo sarà possibile nella misura in cui diventano, anzitutto, luogo per ascoltare la Parola di Dio e celebrare il mistero della sua morte e risurrezione.
L' incontro che può cambiare una vita, con la testimonianza
Solo così, prosegue il Pontefice, l’opera di evangelizzazione diventa efficace e feconda. Purtroppo, lamenta, “per tante ragioni, molti si sono allontanati dalle nostre parrocchie”.
È urgente, quindi, che recuperiamo l’esigenza dell’incontro per raggiungere le persone là dove vivono e operano. Se abbiamo incontrato Cristo nella nostra vita, allora non possiamo tenerlo solo per noi. È determinante che condividiamo questa esperienza anche con gli altri; questa è la strada principale dell’evangelizzazione. Non dimenticate: ogni volta che incontrate qualcuno, si gioca una storia vera che può cambiare la vita di una persona. E questo non è fare proselitismo: è dare testimonianza. È sempre avvenuto così.
Testimoni di misericordia verso i più piccoli
Papa Francesco ricorda infatti, citando ancora l’evangelista Luca, che “quando Gesù, passando lungo la riva del lago vide Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che stavano lavorando, fissò lo sguardo su di loro e trasformò la loro vita”
La stessa cosa si ripete anche ai nostri giorni, quando l’incontro è frutto dell’amore cristiano, cambia la vita perché raggiunge il cuore delle persone e le tocca in profondità. Possa il vostro annuncio diventare una testimonianza di misericordia, con la quale rendere evidente che ogni attenzione fatta a uno dei più piccoli è fatta nei confronti di Gesù stesso che in loro si identifica.
L'incontro con Papa Francesco del settembre 2015
Papa Francesco aveva incontrato 5 mila membri delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione, sempre in Aula Paolo VI anche sabato 5 settembre 2015, invitandoli ad accogliere tutti senza giudicare nessuno, e ad essere una comunità eucaristica dove “spezzare il pane” equivale a riconoscere la “reale presenza di Gesù Cristo in mezzo a noi”, testimoniando la “tenerezza” di Dio e la sua vicinanza ad ognuno, “soprattutto a chi è più debole e solo”. Il 15 aprile dello stesso anno il cardinale Stanislaw Rylko, come presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, aveva consegnato a don Perini il decreto di approvazione definitiva dell’esperienza delle Cellule.
Tutto è iniziato con un viaggio in Florida, da padre Eivers
L’esperienza è nata quando, nel novembre 1986, don “Pigi” Perini ha visitato, su consiglio di un amico, la parrocchia statunitense di padre Michael Eivers, in Florida, che “cattolicizzava” il metodo di evangelizzazione delle "le cellule in casa" ideato dal pastore pentecostale coreano, Paul Yonggi Cho. Tornato a Milano, don Perini ha chiamato una quarantina di fedeli di Sant'Eustorgio per condividere l’impegno di fare della sua parrocchia una comunità animata da una fede ardente e dedicata all’evangelizzazione.
Trasformare la pastorale parrocchiale ordinaria in missionaria
L’esperienza si è diffusa rapidamente in numerose altre parrocchie, in Italia e all’estero. Don Pigi ha organizzato molti seminari di formazione che hanno avuto effetti in tutto il mondo. Il Pontificio Consiglio per i laici si è accorto che tale metodo rendeva fertili le parrocchie in tutti e cinque i continenti per cui ha proposto a don Pigi di creare un organismo internazionale. Ciò che attira nel metodo delle Cellule è la possibilità di continuare la pastorale ordinaria facendone anche una pastorale missionaria. Un metodo che parte innanzitutto dall’adorazione eucaristica, in molte parrocchie è perpetua, e poi gradualmente arriva alla formazione di una piccola cellula composta da sei o sette persone, con un leader che guida l’incontro una volta alla settimana. Un’esperienza che sempre nasce e matura all’interno della parrocchia.
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