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L'abbraccio del Madagascar al Papa

In tutte le strade della capitale Antananarivo, immagini e frasi di benvenuto al Papa. Il Presidente Rajoelina segue in prima persona l’organizzazione della visita che è in primo piano su tutti i maggiori quotidiani del Paese. Per la Messa di domenica si attendono più di 900 mila persone

Padre Jean Pierre Bodjoko - Antananarivo

La grande parola che qui si vede dappertutto è “Tonga soa”. “Tonga soa” è per dire “benvenuto” ed è ovunque sulle immagini del Papa che dall’aeroporto fino ad Antananarivo sono in tutte le vie. Poi c’è una grande immagine della Madonna, una grande statua della Madonna che guarda tutta la città di Antananarivo. E’ una città particolare, su 12 colline. Mi hanno detto che ieri il Presidente Andry Rajoelina ha passato tutta la giornata in 11 riunioni per preparare la visita del Papa, e che la notte è andato a vedere la spianata dove sarà la grande Messa della giornata di domenica: per dire che il Presidente è impegnato in prima persona a vivere questa visita, che è un grande evento per il Madagascar.

La stampa

Poi, tutti i giornali di oggi parlano della visita del Papa. “L’Express” titola: “Pronti per il grande giorno”, ovviamente in francese, per dire che il Madagascar è pronto ad accogliere il Papa; e anche il “Midi Madagasicara” parla dell’arrivo di Papa Francesco in terra malgascia. Il terzo giornale, “Les Nouvelles”, parla dei pellegrini che affluiscono nella cattedrale, e: “Il Papa in odore di santità”. Si parla più o meno di 900 mila/1 milione di persone che sono venute per la Messa di domenica. Invece, ieri abbiamo fatto un bel giro dei luoghi nei quali andrà il Papa: il Collège Saint Michel dei Gesuiti dove ci saranno due eventi più o meno vicini, perché nel terreno del Collegio dei Gesuiti il Papa incontrerà i religiosi, i preti e i seminaristi, e poi abbiamo visto il luogo nel quale il Papa incontrerà i Gesuiti. Poi abbiamo visitato la cattedrale dove è conservata la copia della statua grande della Madonna che guarda sulla capitale.

L'opera di Padre Pedro Opeka

Poi, la visita alla quale non si può rimanere indifferenti: l’opera di Padre Pedro Opeka. (il missionario argentino che ha creato un’opera per dare un salario a centinaia di poveri. ndr) Forse solo parlandone non si può immaginare quanto sia grande e significativa la sua opera… vedere la gente che vive come se fosse un’unica famiglia: lui ci ha parlato di 25 mila persone che sono sotto la sua giurisdizione; ma è un’opera straordinaria che si fa fatica a spiegare: quando la si vede, si capisce veramente l’opera compiuta da questo missionario, un’opera veramente grandiosa. Abbiamo trascorso quasi la metà della giornata con lui, a vedere questi bambini che lo abbracciano con trasporto, che sorridono … a lui dispiace che il Papa non potrà vedere quella che lui chiama la “sua cattedrale”, dove lavorano queste persone nella sua “Città dell’Amicizia” che in malgascio si chiama Akamasoa.

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06 settembre 2019, 11:58