Papa: i migranti sono prima di tutto persone, non solo questioni sociali!
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
I migranti ¡°sono prima di tutto persone umane¡±, ¡°non si tratta solo di questioni sociali o migratorie!¡± e oggi ¡°sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata¡±. Papa Francesco parla così degli ¡°ultimi¡± che ¡°chiedono di essere liberati dai mali che li affliggono¡±, nel sesto anniversario della sua visita a Lampedusa, isola e porto italiano che ancora oggi sono al centro della cronaca dei ¡°viaggi della speranza¡± di chi fugge da guerre e povertà.
Campi: un¡¯accoglienza troppo lunga non é ¡°temporanea¡±
Ricordando quella storica, prima visita, del suo pontificato, per pregare davanti alle acque dove 34 migranti trovarono la morte l¡¯11 ottobre 2012 e 366 sarebbero annegati il 3 ottobre del 2013, il Papa ricorda ¡°gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto¡±. E poi ¡°gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione¡±, ¡°gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso¡±, ¡°gli ultimi lasciati in campi di un¡¯accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea¡±. Sono solo alcuni degli ultimi, spiega Francesco, ¡°che Gesù ci chiede di amare e rialzare¡±.
Grazie ai migranti che già aiutano chi è appena arrivato
Davanti a molti fedeli migranti, alcuni arrivati solo da qualche mese, che ringrazia perché ¡°stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti¡±, il Pontefice parla di salvezza e liberazione, commentando le letture del giorno. Nella prima lettura il patriarca Giacobbe compie un atto di affidamento al Signore ¡°chiedendo di proteggerlo nel difficile viaggio che dovrà proseguire¡±. Perché, ricorda Papa Francesco, ¡°è Lui il nostro rifugio e la nostra fortezza, scudo e corazza, àncora nei momenti di prova¡±.
Il Signore è riparo per i fedeli che lo invocano nella tribolazione. Del resto è proprio in questi frangenti che la nostra preghiera si fa più pura, quando ci accorgiamo che valgono poco le sicurezze che offre il mondo e non ci resta che Dio. Solo Dio spalanca il Cielo a chi vive in terra. Solo Dio salva.
Gesù non fa distinzioni, gli ¡°ultimi¡± sono tutti da amare
Un affidamento totale al Signore è anche quello del capo della sinagoga e della donna malata che nel Vangelo di Marco chiedono ¡°liberazione dalla malattia e dalla morte¡±. Da una parte la figlia di un potente, dall¡¯altra ¡°una donna afflitta da una malattia che fa di lei una reietta, una emarginata, una persona impura¡±. Ma Gesù non fa distinzioni, sottolinea il Papa, perché ¡°il bisogno pone entrambe¡± ¡°tra gli ¡®ultimi¡¯ da amare e rialzare¡±.
Gesù rivela ai suoi discepoli la necessità di un¡¯opzione preferenziale per gli ultimi, i quali devono essere messi al primo posto nell¡¯esercizio della carità. Sono tante le povertà di oggi; come ha scritto San Giovanni Paolo II, i ¡°¡¯poveri¡¯, nelle molteplici dimensioni della povertà, sono gli oppressi, gli emarginati, gli anziani, gli ammalati, i piccoli, quanti vengono considerati e trattati come ¡®ultimi¡¯ nella societࡱ.
Il sesto anniversario della visita a Lampedusa
Quindi Francesco parla del sesto anniversario della sua visita a Lampedusa, e spiega che il suo pensiero ¡°va agli ¡®ultimi¡¯ che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono¡±. Pensiero che riporta anche nel tweet inviato alle 13.
Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un¡¯accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare.
Migranti simbolo degli scartati della globalizzazione
Purtroppo, prosegue il Pontefice, ¡°le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti¡±. Il Gesù delle Beatitudini ci chiama ¡°a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli¡±.
Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! ¡°Non si tratta solo di migranti!¡±, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata.
Essere gli angeli che aiutano gli ultimi a salire verso Dio
"Non si tratta solo di migranti!": Papa Francesco lo ribadisce nel tweet delle 14.30. Avviandosi poi alla conclusione, il Papa riprende l¡¯immagine della scala di Giacobbe della prima lettura. ¡°In Gesù Cristo il collegamento tra la terra e il Cielo è assicurato e accessibile a tutti ¨C spiega - ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati¡±.
Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo.
Collaborare alla missione di salvezza e liberazione
Si tratta, conclude il Papa di una grande responsabilità, ¡°dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare¡±.
Ultimo aggiornamento h. 14.30
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