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Ordinazione mons. Lorenzelli. Papa: preghiera primo lavoro del vescovo

Francesco ha presieduto la liturgia dell’ordinazione episcopale di mons. Lorenzelli e nell’omelia della Messa ha invitato il nuovo vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santiago del Cile ad essere vicino a sacerdoti e diaconi

Marco Guerra – Città del Vaticano

Questo pomeriggio nella Basilica di San Pietro, presso l'Altare della Cattedra, Papa Francesco ha presieduto l’ordinazione episcopale di mons. Alberto Riccardo Lorenzelli, presbitero argentino nato nel 1953 e nominato il 22 maggio scorso vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santiago del Cile.

La presentazione dell’eletto

Tanti sono i momenti solenni che hanno scandito la liturgia dell’ordinazione. Al canto Veni Creator ha fatto seguito la presentazione dell’eletto eseguita dal cardinale Marc Ouellet, prefetto per la congregazione per i vescovi, che si è rivolto al Santo Padre con queste parole: “Beatissimo Padre, la Santa Chiesa cattolica chiede che sia ordinato vescovo il presbitero Alberto Riccardo Lorenzelli Rossi”.

Il Papa attinge alla successione degli apostoli

Subito dopo, il Santo Padre, nell'omelia della Messa per l'ordinazione episcopale, ha fatto riferimento alla missione salvifica di Gesu Cristo che a sua volta mandò nel mondo i dodici apostoli, perché annunziassero il Vangelo a tutti i popoli e “riunendoli sotto un unico pastore li santificassero e li guidassero alla salvezza”.

Il Papa ha poi ricordato che i dodici si aggregarono dei collaboratori “trasmettendo loro con l’imposizione delle mani il dono dello Spirito ricevuto da Cristo”. Ed è attraverso questa ininterrotta successione dei vescovi che “l’opera del Salvatore continua e si sviluppa fino ai nostri tempi”.

Francesco ha quindi evidenziato che grazie a questa successione degli apostoli, che porta ad avere un vescovo circondato dai suoi presbiteri, è presente in mezzo a noi lo stesso Signore nostro Gesù Cristo:

È Cristo, infatti, che nel ministero del vescovo continua a predicare il Vangelo di salvezza; è Cristo che continua e a santificare i credenti, mediante i sacramenti della fede. È Cristo che nella paternità del vescovo accresce di nuove membra il suo corpo, che è la Chiesa. È Cristo che nella sapienza e prudenza del vescovo guida il popolo di Dio nel pellegrinaggio terreno fino alla felicità eterna.

Il vescovo è un servitore

Il Papa ha esortato tutti ad accogliere questo “nostro fratello” che oggi viene associato al collegio episcopale e al quale è affidata la testimonianza del Vangelo e il ministero dello Spirito per la santificazione. Dopo di che si è rivolto al presule invitandolo a non dimenticarsi mai delle sue “radici”, della sua “mamma” e della sua “famiglia”. Francesco si è inoltre soffermato sul ruolo che deve assumere ogni vescovo:

Episcopato infatti è il nome di un servizio, non di un onore, poiché al vescovo compete più servire che dominare, secondo il comandamento del Maestro: "Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve". Il vescovo è un servitore, pastore, padre, fratello, mai un mercenario.

Preghiera e annuncio della Parola

Sempre rivolto a mons. Lorenzelli, il Papa ha sottolineato i due aspetti fondamentali della missione episcopale, ovvero la preghiera e l’annuncio della Parola:

Non dimenticare che il primo lavoro del vescovo è la preghiera: così ha detto San Pietro il giorno in cui ha creato i diaconi: “A noi la preghiera e l’annuncio della Parola”; un vescovo che non prega è un mercenario. E mediante l’orazione e l’offerta del sacrificio per il tuo popolo, attingi dalla pienezza della santità di Cristo la multiforme ricchezza della divina grazia.

La figura del Buon Pastore

Nella cornice del mandato affidato dalla Chiesa ai dispensatori dei misteri di Cristo, il Pontefice ha indicato al presule la figura del Buon Pastore che per le sue pecore “non ha esitato a dare la vita”:

Ama con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio ti affida. Anzitutto, i presbiteri e i diaconi, tuoi collaboratori. Il prossimo più prossimo del vescovo sono i sacerdoti e i diaconi. Vicino ai sacerdoti: vicinissimo! Che quando ti cercano ti trovino subito, senza burocrazia: direttamente. Ma anchesii vicino ai poveri, agli indifesi e a quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Esorta i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascolta volentieri.

Soccorrere le Chiese più bisognose

Infine il Santo Padre ha invitato il vescovo ad avere cura pastorale anche di quanti sono ancora lontani da Cristo e a soccorrere le Chiese più bisognose:

Abbi viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure ti sono stati affidati nel Signore. Ricorda che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità sei unito al Collegio dei vescovi e devi portare in te la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto.

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22 giugno 2019, 17:53