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Romania, sacerdote ortodosso: un nuovo passo in avanti nel nostro cammino

L’importanza della visita di Papa Francesco non solo per i cattolici ma anche per gli ortodossi, l’ecumenismo dal basso, e un “grazie” alle comunità cattoliche per la solidarietà verso i romeni che vivono in altri Paesi. Sono fra i temi toccati nell’intervista dal sacerdote ortodosso Costantin Preda della Facoltà Teologica Ortodossa di Bucarest

Debora Donnini - Bucarest

Una giornata intensa di incontri ed abbracci quella di ieri a Bucarest, dove ha preso il via questo 30.mo viaggio internazionale. Una giornata che fra le sue “tappe” principali ha visto quella dell’ecumenismo. A riecheggiare nei discorsi, nelle interviste, nella memoria, la storica visita di Giovanni Paolo II, esattamente 20 anni fa. Un evento che è rimasto impresso nella storia di cattolici e ortodossi romeni.

 

Un evento che in qualche modo “prosegue” con l’arrivo di Papa Francesco che ieri ha incontrato il Patriarca Daniel, il successore di Teoctist, il Sinodo permanente, e si è recato nella nuova cattedrale ortodossa che, gremita di fedeli, lo ha accolto con canti ed emozione. Qui la recita del Padre Nostro. Francesco e Daniel siedono l’uno accanto all’altro. “I vincoli di fede che ci uniscono risalgono agli Apostoli, testimoni del Risorto, in particolare al legame che univa Pietro e Andrea, il quale secondo la tradizione portò la fede in queste terre” ha ricordato il Papa. E a testimoniare gli intensi sentimenti con cui si è vissuta questa giornata e la sua importanza, è il sacerdote ortodosso Costantin Preda della Facoltà Teologica Ortodossa di Bucarest:

Ascolta l'intervista:

R. - E’ una visita importante per la Romania, per tutti i cristiani non soltanto cattolici ma anche per gli ortodossi, perché il messaggio che Papa Francesco porta è di continuità con Giovanni Paolo II, ricordando la Romania come il giardino della Madonna, della Madre di Dio. Ci saranno altri momenti di preghiera mariani in questa sua visita. “Pietro” e “Andrea” si incontrano, i loro seguaci si incontrano. E questo momento rimarrà storico perché l’incontro e la visita di Papa Francesco di questa cattedrale nazionale sarà impressa nella memoria storica di questa nuova cattedrale.

Cosa l’ha colpita di più dei discorsi di Papa Francesca e del Patriarca Daniel?

R. – Papa Francesco ha ricordato che la Romania anche se è un popolo che ha portato tanta migrazione nell’Europa occidentale, non ha portato solo immigrazione economica, ha portato anche valori cristiani, della fede. Allo stesso tempo ci ha ricordato che la radice della nostra fede è sana e che noi, come tralci di questa radice, dobbiamo crescere insieme. Anche il Patriarca Daniel ha ricordato e ringraziato Papa Francesco, la Chiesa cattolica, che ospita tanti cristiani nelle comunità cristiane soprattutto in Italia, ma anche in Spagna, in Germania, in Francia. Questo è molto importante perché c’è un ecumenismo dal basso che si sente, una solidarietà cristiana, una fratellanza, così come nella Chiesa dei primi tempi. E per questo diciamo “grazie” a tutte le comunità cristiane,  cattoliche dell’Europa occidentale, ai vescovi cattolici che offrono questo gesto di carità e di solidarietà cristiana verso i loro fratelli dell’Oriente.

Quindi questa visita di Papa Francesco e  questi incontri sono una nuova tappa nel percorso di amicizia?

R. - E’ un nuovo passo in avanti nel nostro cammino.

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Il Papa al Patriarcato ortodosso e alla nuova cattedrale ortodossa
01 giugno 2019, 06:30