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Alessandro Di Bussolo 鈥� Città del Vaticano

Oggi pomeriggio, poco prima delle 18, Papa Francesco chiuderà in Vaticano, nella Casina Pio IV, il vertice panamericano dei giudici sui diritti sociali e il suo magistero pontificio, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Nel corso del suo intervento davanti ad un centinaio di partecipanti, magistrati e funzionari giudiziari americani, dall鈥橝rgentina al Canada, e membri dell鈥橝ccademia, il Papa presenterà un nuovo documento sull鈥檌mportanza della tutela dei diritti sociali.

Il secondo vertice sul tema, dopo quello del 2018 a Buenos Aires

Il summit che si è aperto il 3 giugno segue quello tenuto, con ben 300 partecipanti, il 4 giugno 2018 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Buenos Aires. L鈥橝ccademia presieduta dall鈥檈conomista Stefano Zamagni, ha invitato i giudici a riflettere sull'ispirazione giuridica radicata nei documenti fondamentali del magistero di Papa Francesco, dopo un primo vertice mondiale organizzato negli stessi giorni del 2016 鈥淐ontro il traffico delle persone umane e il crimine organizzato鈥�.

Il Papa nel 2016: senza giustizia non c鈥�è sviluppo sostenibile

In quell鈥檕ccasione, la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, chiamata da Francesco a dar corpo al progetto 鈥渦mano e cristiano鈥� di 鈥渓iberare l鈥檜manità dalle nuove schiavitù e dal crimine organizzato鈥�, convocò giudici e pubblici ministeri provenienti da tutto il mondo, 鈥渃on esperienza e saggezza pratica 鈥� -  nello sradicamento della tratta, del traffico di persone e della criminalità organizzata鈥�. Papa Francesco chiese ai giudici presenti di 鈥渞ealizzare la propria vocazione鈥�: 鈥渟tabilire la giustizia, senza la quale non vi è ordine, né sviluppo sostenibile e integrale, né tantomeno pace sociale鈥�.

Giudici liberi dalla corruzione e dalle minacce di morte

E raccomandò loro di guardarsi 鈥渄al cadere nella ragnatela delle corruzioni鈥�, di fronte ai trafficanti di persone e al crimine organizzato. Perché per farsi carico della vostra vocazione, spiegò il Papa, dovete sentirvi e proclamarvi 鈥済iudici e pubblici ministeri liberi鈥�. Liberi, chiarì, 鈥淒alle pressioni dei governi; liberi dalle istituzioni private e, naturalmente, liberi dalle 鈥榮trutture di peccato鈥� di cui parlava il mio predecessore san Giovanni Paolo II, in particolare liberi da quella 鈥渟truttura di peccato鈥� che è la criminalità organizzata鈥�. Io so, confidò ancora Francesco, 鈥渃he voi siete sottoposti a pressioni, sottoposti a minacce in tutto questo; e...

Il giudice, prima caratteristica di una società di popolo

Il Pontefice ricordò che Mosè ebbe bisogno 鈥渄i istituire 70 giudici perché lo aiutino, che giudichino i casi: il giudice, a cui si ricorre鈥�. Nel processo di 鈥渓iquefazione鈥� del popolo nella 鈥渕era identità nominale di un cittadino鈥�, spiegò Papa Francesco, 鈥渋l giudice è la prima caratteristica di una società di popolo鈥�. E ringraziò gli ambasciatori presso la Santa Sede che avevano collaborato attivamente per la realizzazione del vertice. Gli ambasciatori 鈥渃he non hanno sentito questa necessità 鈥� aggiunse il Papa - o che se ne sono lavati le mani, o hanno pensato che non era poi così necessario, li aspettiamo per la prossima riunione鈥�.

Dare speranza nel fare la giustizia: alle vittime e ai carnefici

I giudici, spiegò ancora Francesco 鈥渟ono chiamati oggi più che mai a porre grande attenzione alle necessità delle vittime. Sono le prime che devono essere riabilitate e reintegrate nella società, e per loro si deve perseguire una lotta senza quartiere ai trafficanti e ai carnefici鈥�. Il lavoro non finisce con la sentenza, aggiunse, 鈥渇inisce dopo, facendo in modo che ci sia un accompagnamento, una crescita, un reinserimento, una riabilitazione della vittima e del carnefice鈥�. Voi, concluse rivolgendosi a i giudici di tutto il mondo, 鈥渟iete chiamati a dare speranza nel fare la giustizia. Dalla vedova che chiede giustizia insistentemente, di cui parla il Vangelo, fino alle vittime di oggi, tutte alimentano un鈥檃spirazione alla giustizia, come speranza che l鈥檌ngiustizia che attraversa questo mondo non sia l鈥檜ltima realtà, non abbia l鈥檜ltima parola鈥�.