Il Papa accetta la rinuncia del vescovo di Carpi Francesco Cavina
Sergio Centofanti - Città del Vaticano
Il Papa ha accettato la rinuncia al governo della diocesi di Carpi presentata da mons. Francesco Cavina, nominando al suo posto, come amministratore apostolico, mons. Erio Castellucci, arcivescovo metropolita di Modena-Nonantola.
Mons. Cavina, 64 anni, nominato vescovo di Carpi da Benedetto XVI nel 2011, spiega i motivi della sua rinuncia in una rivolta ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli della diocesi. Precisa che si tratta di una sua personale e “sofferta decisione”: Papa Francesco - scrive - ha accolto “con dispiacere” le sue dimissioni “dopo ripetute richieste”.
Il presule ricorda che i sette anni di ministero episcopale a Carpi “sono stati segnati da continui tentativi di delegittimazione, nonché, negli ultimi tempi, da intercettazioni telefoniche a seguito di denunce di presunti reati alla Procura della Repubblica”. Il riferimento è alla vicenda di un'accusa di voto di scambio per le spese (circa 15mila euro a carico del Comune, poi non erogati) relative alla festa per il ritorno della statua dell’Assunta in cattedrale dopo il terremoto del 2012. Ma dopo la completa archiviazione delle indagini “per l’infondatezza delle accuse” – afferma mons. Cavina – “la gogna mediatica a cui sono stato sottoposto non si è interrotta”.
“Ho sempre rispettato la Giustizia e i suoi operatori e sempre li rispetterò” – sottolinea il presule – tuttavia, “l’aspetto più doloroso” è “che l’intera indagine si è contraddistinta per una diffusione mediatica, in tempo reale, di parte dell’attività degli inquirenti, anche quando si versava in pieno segreto istruttorio. Si è arrivati a pubblicare anche il contenuto di telefonate legate al mio ministero sacerdotale ed episcopale”.
“Queste vicende - spiega - mi hanno portato, dopo aver molto pregato e chiesto consiglio a persone sagge ed autorevoli, a maturare” la decisione di chiedere le dimissioni. “Ho ritenuto - aggiunge - di fare un passo indietro esclusivamente per l’amore che porto a questa Chiesa locale alla quale ho cercato di dare tutto quanto era nelle mie possibilità. Spero, in tale modo, che ora i riflettori si spengano e sia restituita alla diocesi la necessaria tranquillità per compiere la sua missione e a me la serenità e la pace per dedicarmi alla sola ragione per la quale ho donato la mia vita al Signore: annunciare ai fratelli le meraviglie del Suo amore”.
I sette anni di intenso e sofferto lavoro alla guida della diocesi mi hanno portato a maturare la consapevolezza, con stupore e riconoscenza, che il Signore, nonostante le mie fragilità e povertà, si è fidato di me e mi ha affidato la ricostruzione materiale, morale e spirituale della comunità di Carpi, colpita nel 2012 da un terribile terremoto pochi mesi dopo il mio ingresso.
Mons. Cavina ricorda le visite che il 26 giugno 2012 e il 2 aprile 2017 hanno compiuto nelle zone colpite dal terremoto, poi ringrazia quanti gli hanno voluto bene e aiutato in questi sette anni di ministero episcopale e perdona chi gli ha fatto del male. E conclude: “Sono certo che la Vergine Maria, assunta in cielo, venerata nella cattedrale di Carpi con una devozione popolare che mi ha sempre commosso, continuerà a vegliare sulla mia persona e ad intercedere anche per me”.
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