Papa alla Centesimus Annus: occorre cambiare il modello di sviluppo globale
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
C’è una parola che assume una particolare importanza nell’attuale contesto mondiale, segnato dalle piaghe della fame e dell’insicurezza alimentare, “dal persistente disagio sociale ed economico”, dal “degrado dell’ecosistema” e dalla “cultura dello scarto”. Questa parola è “conversione”. Papa Francesco, rivolgendosi , indica questo cruciale orizzonte per avviare “un cambio di direzione” e attuare una “trasformazione dei cuori e delle menti”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Ecologia integrale
Il Pontefice, ricorda che la Conferenza della Fondazione è incentrata sulla lettera . Questa, rimarca il Santo Padre, “non è un’enciclica verde” ma “un’enciclica sociale”. Francesco esprime anche uno speciale auspicio: “lo sviluppo di un’ecologia integrale diventi sempre più una priorità a livello internazionale, nazionale e individuale”.
Segni incoraggianti
Tra i segni confortanti, osserva Francesco, ci sono il crescente investimento sulle risorse di energia rinnovabile e sostenibile ed una maggiore sensibilità sui temi ecologici. Sono incoraggianti anche i nuovi metodi di efficienza energetica e l’adozione, da parte di molte nazioni, degli Obiettivi di sviluppo sostenibile concordati dalle Nazioni Unite.
Sfide e problemi
Ma sono ancora molteplici, ricorda il Papa, le sfide e i problemi. Tra questi, “l’uso improprio delle risorse naturali” e “il lento o addirittura inesistente” progresso nel raggiungimento degli Obiettivi si sviluppo sostenibile. Inoltre, ricorda il Santo Padre, “il bene comune viene messo a rischio da atteggiamenti di eccessivo individualismo, consumismo e spreco”. Tutto questo rende difficile “promuovere la solidarietà economica, ambientale e sociale e la sostenibilità all’interno di un’economia più umana che consideri non solo la soddisfazione dei desideri immediati, ma anche il benessere delle future generazioni”.
Riscoprire l’identità di figli di Dio
Di fronte all’enormità di tali sfide, aggiunge il Papa, “si potrebbe facilmente scoraggiarsi, lasciando spazio all’incertezza e all’inquietudine”. “Tuttavia, «gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi”. La via indicata da Francesco è dunque quella della rigenerazione attraverso un’autentica conversione. Lo sviluppo di un’ecologia integrale, in particolare, “è sia una chiamata sia un dovere”.
È una chiamata a riscoprire la nostra identità di figli e figlie del nostro Padre celeste, creati ad immagine di Dio e incaricati di essere amministratori della terra; ricreati attraverso la morte salvifica e la risurrezione di Gesù Cristo; santificati dal dono dello Spirito Santo. Tale identità è dono di Dio ad ogni persona e perfino alla creazione stessa, fatta nuova dalla grazia vivificante della morte e risurrezione del Signore. In questa luce, l’appello per noi ad essere solidali come fratelli e sorelle e alla responsabilità condivisa per la casa comune diventa sempre più urgente.
Cambiare il modello di sviluppo
Rivolgendosi ai membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, Francesco indica infine un compito:
Il compito che ci sta di fronte è di “cambiare il modello di sviluppo globale” (ibid., 194), aprendo un nuovo dialogo sul futuro del nostro pianeta. Possano le vostre discussioni e il vostro impegno portare il frutto di contribuire a una profonda trasformazione a tutti i livelli delle nostre società contemporanee: individui, aziende, istituzioni e politiche. Sebbene questo compito possa intimorirci, vi incoraggio a non perdere la speranza, perché questa speranza è basata sull’amore misericordioso del Padre celeste.
Il Signore non ci lascia soli
Nel “cuore di questo mondo”, conclude Francesco, rimane “sempre presente il Signore della vita che ci ama tanto”. “Egli non ci abbandona, non ci lascia soli, perché si è unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade. A Lui sia lode!”.
Prima dell'incontro con il Papa, Messa nella Basilica San Pietro
La Conferenza promossa dalla Fondazione Centesimus Annus si è aperta venerdì scorso con la proiezione di un video sulla Laudato si’. Nella giornata odierna l’incontro con il Papa è stato preceduto dalla Messa presieduta, nella Basilica San Pietro, dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. La Conferenza si conclude nel pomeriggio con l’intervento del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin.
Fondazione Centesimus Annus
La ” trae origine e nome dalla Lettera Enciclica “Centesimus Annus” promulgata dal Papa Giovanni Paolo II il 1 maggio 1991. Tale riferimento ne indica l’idea ispiratrice e lo scopo: una particolare adesione all’insegnamento pontificio in campo sociale e un convinto sostegno alle numerose iniziative caritative del Santo Padre. L’Istituzione si qualifica “Pro Pontifice”, rispondendo a sentimenti di ammirazione e riconoscenza per l’azione del Papa, come Maestro e Pastore Universale. Sin dalla sua istituzione la Fondazione ha promosso numerosi incontri, in forma anche di seminari, ed ha annualmente organizzato un incontro in Vaticano.
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