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Papa Francesco tra la gente della Macedonia del Nord Papa Francesco tra la gente della Macedonia del Nord

Vescovo di Skopje: il nostro piccolo gregge lavora per la pace

La ricchezza spirituale e la pace della Macedonia del Nord sono sostenute dallo sforzo dei cattolici locali, seppur piccola comunità. La testimonianza di mons. Kiro Stojanov al fianco del Papa nella sua visita a Skopje

Marie Duhamel - Skopje

Un mosaico di culture, etnie e religioni in cui la comunità cattolica è al servizio del dialogo, dell'unità e della pace. Così appare la Macedonia del Nord nelle parole del Papa nel suo video messaggio prima della partenza, come nella testimonianza del vescovo di Skopje, mons. Kiro Stojanov sempre al fianco di Francesco dal suo arrivo in mattinata, alla visita al memoriale di Madre Teresa fino alla celebrazione della Santa Messa. Nelle parole del presule lo sforzo dei cattolici del Paese, piccolo gregge, ad essere al fianco di tutte le altre confessioni anche al fine di sostenere e essere punto di riferimento per la popolazione:

Ascolta l'intervista a mons. Kiro Stojanov

R. – Siamo veramente una piccola comunità di numero ma una comunità abbastanza viva. Aspettiamo l’incoraggiamento, il rafforzamento nella fede e sappiamo che il Papa, dovunque va, porta la pace, la convivenza, la giustizia ma porta anche la benedizione.

Come manifestazione di questo interesse c’è pure un francobollo che rappresenta il Papa?
R. – Sarà presentato un francobollo postale fatto dalla assemblea macedone. Questo è un segno che in Macedonia viene una grande persona, viene una grande autorità morale e questo è un segno che andrà anche fuori, all’estero, perché il francobollo e questo vuol dire che una grande persona ha visitato una piccola comunità cattolica, un piccolo Paese ma veramente molto importante per Sua Santità: ogni persona è importante, ogni piccola comunità è importante e anche ogni piccolo Paese è importante.

E’ il primo Papa nella storia della Chiesa a venire da voi e anche il primo “leader mondiale della pace”, se vogliamo chiamarlo così, che viene dopo questi accordi firmati a giugno…
R. – Lui verrà come capo della Chiesa e come capo di Stato. Sappiamo che anche questo arrivo di Sua Santità avrà un influsso tra i cittadini qui in Macedonia, ma anche sulla regione balcanica, tra i vicini… Tutti abbiamo bisogno del suo aiuto.

Madre Teresa è nata a Skopje, voi siete di diverse etnie, di diverse confessioni; lei è nata a Skopje nel piccolo gregge cattolico, da madre albanese… Immagino che non sia stato a caso il fatto che il Papa incontri i leader, i Papi religiosi nel memoriale di Madre Teresa…
R. – Madre Teresa è stata chiamata “madre” e allora è “madre” per tutte le popolazioni qui in Macedonia… La gente viveva qui insieme già nei tempi di Madre Teresa. La chiesa cattolica fu distrutta durante il terremoto del 1963: proprio in questo posto è stato costruito il memoriale di Madre Teresa e si trova lì anche il santuario di Madre Teresa. Sua Santità, proprio in questo santuario, davanti alle reliquie di Madre Teresa incontra i capi religiosi della Macedonia che si trovano nella costituzione della Repubblica di Macedonia: il capo della chiesa ortodossa macedone, l’arcivescovado di Ocrida, la comunità islamica, la chiesa evangelica metodista e anche la comunità giudea. Mi pare che questo sia un simbolo e tutti dobbiamo sperare nel carisma di Madre Teresa che aveva l’intenzione, che aiutava tutti i popoli, tutta la gente che aveva necessità e che era nel bisogno.

Parlando fratellanza e coesione, nel concreto e nella pratica, vivete molto “insieme” o comunque a seconda delle lingue e delle comunità, “accanto”?
R. – Come vescovo cattolico non mi sento “accanto”: noi viviamo “insieme”, ci incontriamo spesso insieme tramite il consiglio interreligioso e mi pare che i capi religiosi sono portatori della pace e della convivenza di noi. in questa diversità possiamo essere unici e aiutare i fratelli e aiutare i cittadini della Macedonia.
 

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07 maggio 2019, 10:57