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Papa in Bulgaria. Mons. Proykov: la pace nel mondo è possibile

Si è conclusa la prima tappa del 29.esimo viaggio apostolico di Papa Francesco, prima nel Paese delle rose e poi nella Macedonia del nord. La gioia e la commozione dei cattolici bulgari per questo incontro nelle parole del presidente della Conferenza episcopale locale

Barbara Castelli – Sofia

“Il culmine della visita del Papa è stato l’incontro per la pace”, alla presenza degli esponenti delle varie confessioni religiose in Bulgaria: “la pace deve benedire non solo il nostro popolo, ma da qui, dalla Bulgaria, raggiungere tutto il mondo. Stiamo vivendo il tempo dopo la Pasqua e speriamo che questa pace sia la pace della Resurrezione e non del sepolcro”. Mons. Christo Proykov, vescovo titolare di Briula, esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino-slavo residenti in Bulgaria e presidente della Conferenza episcopale bulgara traccia un bilancio, intenso e commosso, della visita di Papa Francesco in Bulgaria, tra il 5 e il 6 maggio, a Sofia e a Rakovsky. Ai microfoni di Pope, il presule spiega che soprattutto l’appuntamento nella città dell’Alta Tracia, nella chiesa del Sacro Cuore per la Messa con prime comunioni, lo ha colpito per la gioia autentica dei bambini. I piccoli bulgari, precisa, “si sono preparati per anni a questo evento” e poi “il Papa ha preso la decisione di dare la comunione a tutti, che erano molto, molto contenti. Quando la messa è finita, abbiamo assistito a una pioggia di rose: visto che siamo il Paese delle rose, questo è molto significativo. E lo ha ideato il parroco per dare un saluto speciale al Papa”.

I frutti auspicati dopo l’incontro con il Successore di Pietro

Mons. Christo Proykov ricorda anche il viaggio apostolico di Giovanni Paolo II, nel 2002, e auspica che questa nuova visita possa dare un ulteriore impulso alla vita della Chiesa in Bulgaria, “una comunità piccola, ma vivace”. “La nostra speranza – prosegue – è che questo avvenimento possa rimanere per tutta la vita nei cuori dei bambini, delle loro famiglie”, di tutti i cattolici, generando anche “nuove vocazioni, di cui abbiamo tanto bisogno”. “Ci sono vocazioni – chiarisce – ma ne occorrono di più per servire sempre meglio il Signore”.

Bulgaria, terra di incontro

“La Bulgaria è un Paese che storicamente, geograficamente, sta alla porta dell’Europa – sottolinea il presidente della Conferenza episcopale di Bulgaria – e la nostra porta è aperta per tutti. E’ aperta anche ai profughi che vengono qui per cercare una vita migliore, una possibilità di salvarsi da paesi dove la pace manca”. “Noi qui l’accoglienza – spiega – la facciamo attraverso Caritas Bulgaria, attraverso diversi movimenti e progetti che abbiamo: ad esempio, insegniamo loro la lingua e qualche mestiere, per continuare la loro vita, in un altro Paese o rimanendo qui fra di noi. Credo che secondo le nostre possibilità, siamo accoglienti verso quelli che hanno bisogno del nostro aiuto”.

Le sorprese di Dio

“Noi siamo stati testimoni della più bella sorpresa dei nostri giorni – conclude il vescovo titolare di Briula – la visita del Santo Padre. Lui sa fare le sorprese, magari rompendo il protocollo per avvicinare la gente e mostrare vicinanza. Accarezzare i poveri, mostrare amore: questo è quello che Lui vuole anche da noi. Questo è l’invito che ci lascia: chiede a tutti i membri della Chiesa di sorprendere il mondo con la loro bontà, con il loro amore, con la loro testimonianza nella luce del Vangelo”.
 

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07 maggio 2019, 11:30