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Il cardinale Ricardo Ezzati Andrello Il cardinale Ricardo Ezzati Andrello 

Il Papa accetta la rinuncia del cardinale cileno Ezzati

Papa Francesco ha nominato amministratore apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” di Santiago del Cile. mons. Celestino Aós Braco, cappuccino. Ieri, la Corte d’Appello della capitale cilena aveva respinto la richiesta di archiviazione delle accuse al porporato di occultamento di abusi. Il cardinale Ezzati afferma di non aver mai coperto o ostacolato la giustizia

Sergio Centofanti - Città del Vaticano

Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Santiago del Cile presentata dal , che nel gennaio scorso ha compiuto 77 anni, e ha nominato amministratore apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” dell’arcidiocesi mons. Celestino Aós Braco, finora vescovo di Copiapó (Cile).

Respinta richiesta archiviazione delle accuse

Ieri, l’ottava sezione della Corte d’Appello di Santiago del Cile aveva respinto la richiesta di archiviazione delle accuse rivolte al porporato di aver occultato abusi su minori compiuti da esponenti del clero nella sua diocesi. Il cardinale Ezzati ha chiesto ai suoi legali di contattare la Procura per poter rilasciare una dichiarazione e compiere tutte le formalità stabilite dalla legge.

Ezzati: la mia coscienza è assolutamente tranquilla

In occasione dell'apertura, stamane, dell'anno pastorale della diocesi di Santiago del Cile, il cardinale, parlando della sua rinuncia, ha ribadito: “La mia coscienza è assolutamente tranquilla e serena”. Si è quindi riferito alle nuove notizie di abusi che si sono verificati in passato, dicendo: “Abbiamo rifiutato e rifiutiamo i crimini commessi. Posso dirvi a testa alta quello che vi avevo promesso all'inizio del mio servizio episcopale a Santiago, dopo l'esplosione del caso Karadima. Ho detto in quell'occasione che voi potevate confidare nel fatto che il vostro vescovo non solo avrebbe tenuto la testa alta di fronte a tutto questo, ma vi assicurava che tutto, tutto, tutto, ogni accusa sarebbe stata diligentemente indagata. Oggi, alla fine del mio servizio episcopale, posso dirvi la stessa cosa. Con una coscienza molto tranquilla e serena, posso dirvi che sono stato fedele a quella promessa al di là delle fragilità”.

Una Chiesa umiliata

“Facciamo parte di una Chiesa umiliata e scoraggiata” - ha detto ancora il porporato - che supplica il perdono del suo Signore. “La consapevolezza e il dolore dei peccati e dei crimini commessi dai membri della comunità ecclesiale, specialmente dalle persone consacrate, ci fa vergognare e ci spinge a chiedere mille volte umile perdono e ci stimola a cercare vie di riparazione, conversione e prevenzione”. Il cardinale ha poi citato un messaggio del Papa, ricevuto via mail il 19 marzo scorso, in risposta ad un suo saluto in occasione del sesto anniversario di pontificato. Francesco – ha detto il cardinale – gli ha espresso la sua vicinanza in questo tempo di sofferenza. Il porporato ha quindi ringraziato il Pontefice per aver accettato la sua rinuncia che giunge a 77 anni di età, quindi due anni oltre quanto stabilito dal diritto canonico.  

Piena collaborazione con i giudici 

Parlando più tardi con i giornalisti, il porporato ha ribadito con forza che tutte le denunce che sono giunte all'ufficio dell'Arcidiocesi da lui creato nel 2011 per affrontare i casi di abusi sono state accolte ed esaminate. Quindi ha invitato a sostenere con le preghiere e la vicinanza l'amministratore apostolico per il compito molto importante che dovrà svolgere nella Chiesa di Santiago in un tempo difficile. Rispondendo alla domanda di un giornalista sulla collaborazione con la magistratura, ha ricordato che l'arcivescovado ha mantenuto le porte aperte. Infatti - ha detto - il pubblico ministero è venuto in Curia per ottenere i documenti che voleva: "Noi non ci siamo mai opposti a questo". "Senza dubbio" - ha concluso - la piaga degli abusi "è stato il più grande dolore di questo tempo, ma come ho detto prima, tutte le denunce sono state affrontate e quindi dovremo aspettare ciò che la giustizia dirà al riguardo: non è sufficiente che si dica che si tratti di insabbiamento, bisogna dimostrarlo, e sono molto sicuro che questo sarà dimostrato".

Non ho mai coperto o ostacolato la giustizia

In una del luglio scorso il porporato aveva già ribadito la correttezza del suo comportamento: “Ribadisco il mio impegno e quello della Chiesa di Santiago per le vittime, per la ricerca della verità e per il rispetto della giustizia civile. Ho la certezza di non aver mai coperto o ostacolato la giustizia e come cittadino adempirò al dovere di fornire tutte le informazioni che aiuteranno a chiarire i fatti”.

Ricardo Ezzati Andrello, di origini italiane, è stato nominato vescovo da Giovanni Paolo II nel 1996. Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Santiago del Cile nel 2010 e Papa Francesco lo ha creato cardinale nel 2014.

Il saluto dell'amministratore apostolico

"Sorelle e fratelli di questa Arcidiocesi di Santiago: pace e bene": così comincia il di mons. Celestino Aós Braco ai fedeli di Santiago del Cile. Questa - afferma - "è l'ora della collaborazione, di mettere ognuno di noi quello che siamo e possiamo essere, anche se poca cosa, come nel mio caso". Ricorda l'invito di Papa Francesco a mettersi in preghiera, a cercare vie di verità e di vita e a guardare avanti, ponendo Gesù Cristo al centro. Quindi aggiunge: "Cercherò di seguire il mio motto di amare e servire".

Biografia di mons. Celestino Aós Braco

Mons. Celestino Aós Braco, è nato a Artaiz, arcidiocesi di Pamplona (Spagna), il 6 aprile 1945. Ha compiuto gli studi filosofici a Saragozza e quelli teologici a Pamplona e ottenuto la Licenza in Psicologia presso l’Università di Barcellona. Ha emesso la professione temporale religiosa come Francescano cappuccino il 15 agosto 1964 a Sangüesa e la professione perpetua il 16 settembre 1967 a Pamplona. È stato ordinato sacerdote a Pamplona il 30 marzo 1968. Come sacerdote ha svolto la sua attività in Spagna e in Cile come docente, vicario parrocchiale, parroco e superiore di comunità. E’ stato economo provinciale dei Cappuccini in Cile, promotore di Giustizia del Tribunale ecclesiastico di Valparaiso, giudice del Tribunale dell’arcidiocesi di Concepción e tesoriere dell’Associazione cilena di diritto canonico. Nominato vescovo di Copiapó il 25 luglio 2014, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 18 ottobre successivo.

(Ultimo aggiornamento alle ore 17.20 del 23-3-2019)

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23 marzo 2019, 12:01