Papa Francesco: ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Dinanzi alla “piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori”, iniziamo “il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza”. Alla presenza di patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili provenienti da tutto il mondo, il Pontefice chiede di mettersi in ascolto dello Spirito Santo per intendere “il grido dei piccoli che chiedono giustizia”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza.
Curare le ferite dello scandalo della pedofilia
Per aiutare le riflessioni, Papa Bergoglio, come sussidio, condivide “alcuni importanti criteri, formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze episcopali”, come “linee-guida”, consegnate ai partecipanti, senza “togliere la creatività”. Il Pontefice ringrazia poi la Pontificia commissione per la tutela dei minori, la Congregazione per la dottrina della fede e i membri del Comitato organizzativo “per l’eccellente lavoro svolto con grande impegno nel preparare questo incontro”.
Infine, chiedo allo Spirito Santo di sostenerci in questi giorni e di aiutarci a trasformare questo male in un’opportunità di consapevolezza e di purificazione. La Vergine Maria ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti.
Ascoltare la voce delle vittime
I lavori dell’appuntamento sono iniziati con un momento di preghiera. I presenti hanno levato le proprie orazioni perché ciascuno possa mettersi in ascolto di quanti “sono stati violati” e “feriti”, “maltrattati e abusati”, in modo che “la verità non sia cancellata e giustizia sia data alle persone colpite”. “Non lasciare che i nostri fallimenti”, è stata la preghiera al Signore, “facciano perdere agli uomini la fede in te e nel tuo Vangelo”. Un lungo e denso silenzio è seguito a un’esperienza letta:
Nessuno mi ascoltava; né i miei genitori, né i miei amici, né più tardi le autorità ecclesiastiche. Non ascoltavano me e il mio pianto. Ed io mi chiedo: perché? E mi chiedo, perché Dio non mi ha ascoltato?
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