Papa apre la Settimana unità dei cristiani: condividere i beni ricevuti
Emanuela Campanile, Città del Vaticano
La preghiera comune davanti alle spoglie di San Paolo, l'Apostolo delle genti, è l'emblema del cammino di unità che Papa Francesco continua a perseguire insieme ai rappresentanti ortodossi e anglicani. Con gioia e riconoscenza a Dio, il Pontefice apre la sua rivolgendosi ai fedeli e ai rappresentanti delle altre Chiese presenti a Roma in occasione della celebrazione dei Vespri per l'inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Negli anni precedenti, il Pontefice presiedeva la chiusura dell'iniziativa ecumenica ma in coincidenza con la Giornata Mondiale della Gioventù di Panama, è stato scelto di anticipare l'appuntamento. Luminosa e gremita, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, custodita dai monaci benedettini, accoglie questo appuntamento tanto atteso, facendo risuonare le parole del Papa che, commentando la lettura del Deuteronomio (Dt 16, 9-20), ricorda quanto la dimensione della festa sia legata a quella della giustizia di Dio:
Riflettendo poi sulla scelta del tema della settimana, fatta dalla Chiesa in Indonesia che ha voluto ispirarsi alla parole del Deuteronomio: "La giustizia e solo la giustizia seguirai", Papa Francesco mette in evidenza non solo la preoccupazione "che la crescita economica del loro Paese, animata dalla logica della concorrenza, lasci molti nella povertà concedendo solo a pochi di arricchirsi grandemente", ma sottolinea ancora una volta quanto sia in pericolo il principio di solidarietà:
Francesco non dimentica nemmeno i rischi in cui gli stessi cristiani possono incorrere così come fecero "gli israeliti nei tempi antichi ", rammentando "che il Signore ci ha salvati nel Battesimo, chiamandoci suoi figli. È facile pensare che la grazia spirituale donataci sia nostra proprietà, qualcosa che ci spetta e che ci appartiene":
A soccorrerci, avverte il Pontefice, è l'umiltà che permette di riconoscere "che le benedizioni ricevute non sono nostre di diritto ma sono nostre per dono, e che ci sono state date perché le condividiamo con gli altri". Solo così, conclude, "un popolo cristiano rinnovato e arricchito da questo scambio di doni sarà un popolo capace di camminare con passo saldo e fiducioso sulla via che conduce all’unità".
Il ringraziamento al Papa
A conclusione dei Vespri, il saluto del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani:
A nome di tutti i presenti riuniti qui in preghiera, La ringrazio di aver voluto presiedere anche quest’anno la celebrazione vespertina, ribadendo così la Sua convinzione che lo sforzo ecumenico di ripristinare l’unità dei cristiani è “un cammino irreversibile e non in retromarcia”, come Vostra Santità ha ricordato (...) Con il battesimo, siamo stati incorporati a Cristo e siamo già divenuti una cosa sola. Tuttavia, continuiamo a vivere in Chiese e Comunità separate, mostrando così di aver ferito e di ferire l’unico Corpo di Cristo e nuocendo alla credibilità dell’annuncio del Vangelo nel mondo odierno.
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