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Copertina del libro "Lettere della tribolazione" Copertina del libro "Lettere della tribolazione" 

In un libro le riflessioni del Papa sulle tribolazioni ieri ed oggi

Il volume, a cura dei padri gesuiti Antonio Spadaro e Diego Fares, è edito da l’Ancora e da La Civiltà Cattolica, con la prefazione di Francesco

Roberta Gisotti - Città del Vaticano

Torna dopo oltre 30 anni alla stampa il saggio “Lettere sulla tribolazione”, ampliato e aggiornato ai tempi correnti. A raccontare la genesi dell’opera è lo stesso Francesco nella prefazione al volume, che aveva curato nella sua prima edizione nel 1987, su invito di padre Miguel Angel Fiorito. In quell’occasione erano state pubblicate otto lettere di due prepositi generali della Compagnia di Gesù, sette del padre Lorenzo Ricci, scritte tra il 1758 e il 1773, ed una del padre Jan Roothaan del 1831. Le missive sono riferite alla "grande tribolazione" per la decisione presa da Clemente XVI nel 1773 di sopprimere l’Ordine dei Gesuiti, poi ricostitutito nel 1814 per volontà  di Pio VII nel 1814.

Fare ricorso all’accusa di se stessi

“Ricordo – annota Papa Francesco -  che quando sottoposi a padre Miguel Ángel Fiorito la bozza della prefazione che avevo scritto per la prima edizione delle Lettere della tribolazione, il Maestro – lo chiamavamo così perché lo era, e oggi resta tale, per come ha saputo formare una scuola di discernimento – mi chiese di sviluppare meglio l’ultimo paragrafo nel quale parlavo dell’importanza del fare ricorso all’accusa di se stessi. In quel punto si trattava del discernimento e di come affrontare bene la vergogna e la confusione che si fanno spazio quando il Maligno scatena una feroce persecuzione contro i figli della Chiesa. La risposta – spiega Francesco - era quella di opporgli la sana vergogna e la confusione che l’infinita Misericordia del Signore e la sua Lealtà fanno provare a chi chiede perdono per i propri peccati. «Là c’è una grazia», mi disse. «La sviluppi!»”.

Il discernimento in epoca di confusione

“Trent’anni dopo – constata il Papa - siamo in un altro contesto, ma la Guerra è la stessa e appartiene soltanto al Signore. Queste Lettere sono «un trattato di discernimento in epoca di confusione e tribolazione», e la loro riedizione mi richiama con forza, insieme alle riflessioni degli altri compagni che sono incluse nel libro, a continuare ad assolvere quell’incarico che mi è stato dato dal Maestro – che adesso ha per me il sapore della profezia dell’anziano – di «sviluppare una grazia»”.

La tentazione di arrendersi al vittimismo

“Sento – confida Francesco ai lettori - che il Signore mi chiede di condividere di nuovo le Lettere della tribolazione. Di condividerle con tutti coloro che – in mezzo alla confusione che il padre della menzogna sa seminare nelle sue persecuzioni – si sentono decisi a combattere bene, liberi da quel vittimismo a cui siamo tentati di arrenderci. Esso, come sappiamo, - ammonisce il Papa - nasconde in seno la molla della vendetta, e non fa altro se non alimentare quel male che vorrebbe eliminare. Contro qualsiasi tentazione di confusione e di disfattismo fa bene tornare a sentire lo spirito paterno di coloro che ci hanno preceduto e che anima queste Lettere. Loro ci insegnano a scegliere la consolazione nei momenti di maggiore desolazione”.

Fonte di mitezza, coraggio e lucidità

Infine l’invito del Papa: “Raccomando di leggerle e di pregare con esse. Queste Lettere sono – lo sono state per molti in alcuni momenti particolari – vera fonte di mitezza, coraggio e lucida speranza”.

Lettere di Francesco sulle tribolazioni di oggi

Alle otto lettere dei superiori generali, padre Ricci e padre Roothaan, riferite alle tribolazioni del passato - per la prima volta tradotte dal latino in questa nuova edizione - il saggio propone altre cinque lettere di Papa Bergoglio, scritte nel 2018, quattro rivolte alla Chiesa del Cile, inerenti “la ferita aperta, dolorosa e complessa delle pedofilia” ed una rivolta al Popolo di Dio “per sradicare la cultura dell’abuso”.

Tempi di desolazione e polemiche antievangeliche

“Queste lettere e le riflessioni che le accompagnano – spiega nella nota introduttiva il curatore del libro padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica - sono rilevanti per capire come lo stesso Bergoglio senta di dover agire come successore di Pietro, cioè come Francesco. Sono parole che egli dice oggi alla Chiesa, ripetendole innanzitutto a se stesso. E soprattutto sono parole che il Pontefice considera fondamentali oggi perché la Chiesa sia in grado di affrontare tempi di desolazione, di turbamento, di polemiche pretestuose e antievangeliche”.

 

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29 gennaio 2019, 13:05