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Incontro in Vaticano del Papa con il principe ereditario, lo sceicco Mohammed Bin Zayed il 15 settembre 2018 Incontro in Vaticano del Papa con il principe ereditario, lo sceicco Mohammed Bin Zayed il 15 settembre 2018  

Emirati Arabi: cattolici e musulmani attendono il Papa

Ad Abu Dhabi si sta mettendo in moto la macchina organizzativa per accogliere Papa Francesco che sarà negli Emirati Arabi dal 3 al 5 febbraio per una visita definita storica, perché la prima di un Pontefice in un Paese della Penisola arabica

Mario Galgano - Città del Vaticano

Il viaggio ad Abu Dhabi avverrà poco prima di quello già annunciato in Marocco - in programma il 30 e 31 marzo - e come già accaduto nel 2018 in occasione della visita all’Università di al Azhar, in Egitto, anche negli Emirati Francesco interverrà a un evento interreligioso organizzato da un’istituzione islamica. Inoltre, sono in molti ad osservare che sia il viaggio in Marocco sia quello negli Emirati Arabi Uniti cadranno nell’anno in cui la Chiesa ricorda gli otto secoli dall’incontro tra san Francesco e il sultano Malik al-Kamil, che avvenne a Damietta in Egitto nel 1219.

Il Papa atteso da una ‘Chiesa migrante’

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto ieri che il Papa arriverà ad Abu Dhabi la sera di domenica 3 febbraio e ripartirà a mezzogiorno di martedì 5 febbraio. Lunedì 4 parteciperà alla conferenza interreligiosa, mentre la mattina successiva presiederà una Messa ad Abu Dhabi. Oltre a quello interreligioso infatti, questo viaggio di Papa Francesco ha anche un significato ecclesiale in quanto il Golfo Persico accoglie anche di centinaia di migliaia di lavoratori cristiani immigrati, provenienti da tanti Paesi dell’Asia e dell’Africa. Solo negli Emirati Arabi Uniti sono circa un milione, cioè il 10% della popolazione. Una ‘Chiesa migrante’, come la definisce il vicario apostolico nella Penisola Arabica, il vescovo di origine svizzera mons. Paul Hinder, che attende con gioia l’arrivo del Papa

Ascolta l'intervista a mons. Hinder

R. - È chiaro che questo evento sia storico, perché non è mai accaduto che un Papa sia venuto nella Penisola araba. I nostri fedeli sono veramente pieni di gioia e aspettano la sua venuta. Ho già sentito che chi può prenderà un giorno di congedo per poter essere presente. Ho paura che molti non potranno partecipare, però cercheremo anche attraverso il live streaming di creare delle condizioni affinché coloro che non potranno venire ad Abu Dhabi possano seguirlo dal vivo nelle chiese, nelle parrocchie o anche a casa loro.

Qual è il significato interreligioso di questa visita? Il Papa visiterà anche una moschea …

R. - L’incontro interreligioso è la ragione principale della sua visita. È stato invitato dal principe ereditario, lo sceicco Mohammed bin Zayed e incontrerà i rappresentati musulmani non solamente nella moschea ma anche nel luogo dove si trova il monumento dedicato al fondatore degli Emirati Uniti, lo sceicco Zayed. Questi gesti sono sicuramente forti; è anche segno di avvicinamento, di volontà, di collaborazione, laddove è possibile, e di mutuo rispetto. Penso che questo sarà il segno più forte e necessario da dare a tutta la Regione che come tutti sanno non è senza conflitti anche se ci troviamo in una zona più o meno di pace. Però il rischio di conflitti c’è; non dobbiamo andare lontano per vedere la guerra, la violenza. Penso che il Papa verrà anche - lo abbiamo messo anche nel logo - come portatore di pace. Tutti noi dovremmo diventare sempre di più strumenti di pace, come preghiamo nella preghiera di San Francesco d’Assisi.
 

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13 dicembre 2018, 11:07