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Papa Francesco con il Bartolomeo I, Patriarca Costantinopoli (foto di archivio) Papa Francesco con il Bartolomeo I, Patriarca Costantinopoli (foto di archivio) 

Il Papa a Bartolomeo I: unità dei cristiani, speranza per il mondo ferito dai conflitti

In occasione della festa di S. Andrea, patrono del Patriarcato di Costantinopoli, il Papa ha inviato un Messaggio a Bartolomeo I, sottolineando l'importanza per il mondo dell'unià dei cristiani

Sergio Centofanti - Città del Vaticano

“In un mondo ferito dal conflitto, l'unità dei cristiani è un segno di speranza che deve risplendere sempre più visibilmente”: è quanto scrive Papa Francesco in un al Patriarca Bartolomeo I nel giorno in cui la Chiesa fa memoria di Sant'Andrea Apostolo, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

Delegazione della Santa Sede a Istanbul

Il Messaggio è stato letto questa mattina dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, al termine della solenne Divina Liturgia presieduta da Bartolomeo nella Chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar. Il porporato si è recato a Istanbul a capo di una delegazione della Santa Sede nel quadro del tradizionale scambio di visite per le rispettive feste dei santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo e il 30 novembre al Fanar per la celebrazione di Sant’Andrea.

Superate le incomprensioni del passato

“Lo scambio di delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, in occasione delle rispettive feste - scrive il Papa - è diventato negli anni un'usanza gioiosa ed esprime il profondo legame che unisce le nostre due Sedi. Mentre secoli di incomprensioni reciproche, differenze e silenzi possono sembrare aver compromesso questo rapporto, lo Spirito Santo, Spirito di unità, ci ha permesso di riprendere un dialogo fraterno”. Un dialogo “definitivamente ripreso” dal Patriarca Atenagora e il Papa San Paolo VI, che ha permesso “di riscoprire quei legami di comunione che sono sempre esistiti” tra le due comunità.

Lavorare insieme per la pace tra i popoli

“Le nostre Chiese - afferma Papa Francesco - hanno custodito con grande cura la Tradizione apostolica e l'insegnamento dei primi Concili ecumenici e dei Padri della Chiesa, nonostante le differenze che si sono sviluppate nelle tradizioni locali e nelle formulazioni teologiche, che devono essere meglio comprese e chiarite. Nello stesso tempo entrambe le Chiese, con senso di responsabilità verso il mondo, hanno avvertito quell'urgente chiamata, che coinvolge ciascuno di noi battezzati, ad annunciare il Vangelo a tutti gli uomini e a tutte le donne. Per questo motivo, oggi possiamo lavorare insieme nella ricerca della pace tra i popoli, per l'abolizione di ogni forma di schiavitù, per il rispetto e la dignità di ogni essere umano e per la cura del creato. Con l'aiuto di Dio, attraverso l'incontro e il dialogo nel nostro camminare insieme negli ultimi cinquant'anni, già sperimentiamo l'essere in comunione, benché non sia ancora piena e completa”.

Alla ricerca della piena unità

Il Papa sottolinea, quindi, che “la ricerca del ristabilimento della piena comunione è innanzitutto una risposta alla volontà di nostro Signore Gesù Cristo, che alla vigilia della sua Passione ha pregato perché i suoi discepoli ‘siano tutti una sola cosa’ (Gv 17,21). Uniti diamo una risposta più efficace ai bisogni di tanti uomini e donne del nostro tempo, specialmente di coloro che soffrono la povertà, la fame, la malattia e la guerra”.

Preoccupazione comune per i cristiani del Medio Oriente

Francesco esprime la sua “profonda gratitudine” a Bartolomeo per la sua presenza alla , svoltasi lo scorso 7 luglio a Bari, alla presenza dei rappresentanti delle Chiese di quella “zona profondamente travagliata”: “È fonte di grande conforto condividere con Vostra Santità le stesse preoccupazioni per la tragica situazione dei nostri fratelli e sorelle della regione”.

I cristiani siano animati da affetto fraterno

Infine, il Papa assicura al Patriarca ecumenico di Costantinopoli la sua preghiera “perché Dio, fonte di riconciliazione e di pace, conceda a noi cristiani di essere ‘tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno’ (1Pt 3,8)”.

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30 novembre 2018, 12:00