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Videomessaggio del Papa all'arcidiocesi di Buenos Aires

Su richiesta dell'arcivescovo di Buenos Aires, Papa Francesco invia al 'Popolo di Dio' della diocesi della capitale, un videomessaggio in occasione del Primo Sinodo arcidiocesano sul tema "Camminiamo insieme"

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Un discorso spontaneo, quasi interamente a braccio, quello che Papa Francesco ha rivolto con Argentina, in occasione del primo Sinodo arcidiocesano, (2017-2019) in preparazione del Giubileo per i 400 anni dell'arcidiocesi dedicata alla Santissima Trinità. L’Anno santo verrà celebrato nel 2020.

‘L’apostolato dell’orecchio’

Le due caratteristiche principali del Sinodo, spiega il Papa, sono camminare e ascoltare, ma la più importante rimane comunque quella dell’ascolto:

Sapete qual è la cosa più difficile? La seconda, l’ascolto, perché mentre l'altro mi sta parlando, sto già pensando a quello che sto per dire. No, ascolta tranquillamente! E poi, digli quello che senti, ma ascolta. ‘L'apostolato dell'orecchio’, per favore, non dimenticatelo, è molto importante.

Le tre difficoltà: il clericalismo


Nel videomessaggio, Papa Francesco fa riferimento a tre pericoli da cui il Popolo di Dio deve difendersi per potere essere realmente capace di “Camminare nella sinodalità” e cioè, “insieme”:

Sono tutti il Popolo di Dio. È triste vedere come a volte i fedeli stanno solo a sentire ciò che dice il prete, e così, il prete non è più padre ma padrone. Non tutti! Vi faccio una domanda, ad esempio: “Nella tua parrocchia, c'è un consiglio per gli affari economici? Nella tua parrocchia c'è un consiglio pastorale?”. “No, no, tutto lo fa il prete”. Ecco, questo è clericalismo puro. Pertanto, fate attenzione al clericalismo che è una perversione nel corpo della Chiesa!

La mondanità spirituale


Il Pontefice ritorna su di un argomento da lui più volte affrontato e su cui lo stesso Gesù si espresse chiaramente:

Guardate che questa non è una mia idea, è ciò che Gesù ha chiesto al Padre per i suoi discepoli: "Non ti chiedo di lasciarli fuori dal mondo, ma che li protegga, che li aiuti a non cadere nello spirito del mondo". E lo spirito del mondo si infiltra ovunque, dappertutto.

Criterio per comprendere quando si tratta di mondanità è, per Francesco, riuscire a vedere il pericolo della “colonizzazione della mente”. “Quando da altre parti ti vengono imposti criteri che non sono né umani, né della tua patria, meno cristiani”, spiega il Papa, “questa è la mondanità. Vivere ingenuamente”.

Le chiacchiere
 

Il pericolo “che più indebolisce le comunità ecclesiali, sono le chiacchere”, spiega il Pontefice:

Attenti ai pettegolezzi! Leggete quello che dice l'apostolo Giacomo riguardo ai pettegoli (…) C'è un rimedio per non essere un pettegolo: mordetevi la lingua! Vi si gonfierà, ma in questo modo guarirete.

L’augurio e l’invito di Francesco per il Sinodo è dunque quello di non giudicare e svalutare il prossimo: “Che in questo percorso sinodale ognuno si sforzi per non dire mai una parola, un commento, che sminuisca l'altro”.

Come difendersi e con quale sicurezza


Ma come riuscire ad evitare questi pericoli così insidiosi? Francesco identifica due strade, le opere di carità e le Beatitudini:

Hai due assicurazioni infallibili: in primo luogo, le Beatitudini (…) e le opere di carità. Ma devi ascoltarle come le dice il Signore. Leggete tutti i giorni. Quelli che vogliono camminare nel Sinodo, leggete le Beatitudini, ogni giorno, e Matteo 25, e lì sarete al sicuro.

'Pregare l'uno per l'altro'
 

A conclusione del videomessaggio, il Papa ricorda che se è bene difendersi dal clericalismo, dalla mondanità e dalle chiacchere e rafforzarsi con le Beatitudini e leggendo in particolare il capitolo 25 di Matteo, pregare è altrettanto fondamentale, anzi, "è la cosa più importante di tutto":

Prega, prega come Gesù ci ha insegnato. Pregate l'uno per l'altro, per coloro che sono in cammino, per chi non vuole camminare, per chi cammina male, per chi è lontano, per la Chiesa arcidiocesana, per l'arcivescovo. Pregare. In questo spirito di preghiera certamente il Sinodo trionferà.

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27 ottobre 2018, 21:04