Procuratore De Raho: ¡°I mafiosi non possono comprare la religione"
Antonella Palermo - Città del Vaticano
L¡¯out out del Papa ai mafiosi, che si è levato nella visita pastorale di sabato scorso a Palermo nel 25° anniversario del martirio di Don Pino Puglisi, ha vibrato oltre i confini dell¡¯isola siciliana. ¡°Non si può credere in Dio e sopraffare il fratello¡±, ha ammonito Francesco.
Il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, commenta queste parole su Radio Vaticana Italia.
R. - È stata una giornata indimenticabile. Le sue parole sono l¡¯ennesimo monito nei confronti dei mafiosi. Chi è mafioso non può essere cristiano, non può essere cattolico, non può essere un uomo che è nella Chiesa: è fuori dalla Chiesa. Questa è l¡¯ennesima affermazione chiara che evidenzia come la Chiesa sia contro chiunque si muova con il metodo dell¡¯arroganza, della prepotenza, del controllo del territorio, contrario cioè alle leggi di Dio. Queste sue affermazioni poi si muovono non solo verso l¡¯esterno, quindi verso tutto ciò che è mafia, ma anche all¡¯interno: non ci devono essere più processioni nelle quali si fanno inchini alla Madonna, laddove nella processione ci sono uomini di mafia e laddove tutto questo avviene per legittimare la mafia. Bisogna muoversi come faceva don Pino Puglisi, non mostrandosi all¡¯esterno per apparire quanto, piuttosto, lavorare in silenzio per essere vicino al popolo. Sono degli insegnamenti straordinari, delle prese di posizione ferme che inviteranno tanti sacerdoti - che fino ad un certo momento hanno in qualche modo legittimato i mafiosi in prima fila nelle chiese - ad allontanarsi da atteggiamenti di questo tipo. Devo dire che in Calabria ¨C ma anche altrove - nelle chiese oramai non si ricevono i donativi che provengono dalle mafie. Una volta i mafiosi per legittimarsi usavano dare somme di denaro per la ricostruzione, per la manutenzione di chiese o cose del genere. Oggi non si accettano più offerte di questo tipo. I mafiosi non possono comprare la religione.
L¡¯Italia giungerà ad una bonifica dalle mafie? Come?
R. - Io sono convinto che ciò avverrà, innanzitutto perché i giovani oggi sono educati a principi fondamentali, che tra l¡¯altro sono quelli della nostra Costituzione e che pongono la libertà come primo diritto, un diritto fondamentale dentro il quale chiunque si deve muovere non solo per difenderlo ma perché gli altri lo rispettino. Poi c¡¯è una formazione attraverso l¡¯esempio che ci viene dal passato: il sacrificio di don Pino Puglisi, questo suo impegno, ma anche quello di don Peppe Diana e di tanti altri sacerdoti che hanno dedicato tutta la vita per il riscatto, magistrati, imprenditori, tanti. Oggi rappresentano la via, il modello per la nostra vita: una vita di solidarietà, di sostegno soprattutto ai più deboli, di rispetto della legge e della dignità altrui, in modo che si crei un grande circolo di persone che credono nell¡¯avvenire. Così si potrà far crescere una società civile consapevole del ruolo che ciascuno deve svolgere.
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