Papa: Sinodo dei vescovi al servizio del Popolo di Dio
Giada Aquilino - Città del Vaticano
La consultazione del Popolo di Dio e una Chiesa sinodale in cui anche l’esercizio del primato petrino potrà ricevere maggior luce. Sono alcuni dei caratteri della Costituzione apostolica sulla struttura del Sinodo dei Vescovi, che Papa Francesco ha datato 15 settembre, quindi a meno di un mese - il prossimo 3 ottobre - dall’inizio della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema “
Dopo aver ricordato come l'istituzione sia stata decisa da Papa Paolo VI il 15 settembre 1965 - esattamente 53 anni prima della nuova Costituzione apostolica - e rimanga “una delle più preziose eredità del Concilio Vaticano II”, Francesco sottolinea l’“efficace collaborazione” del Sinodo dei vescovi col Romano Pontefice, nelle questioni di maggiore importanza, quelle cioè “che richiedono speciale scienza e prudenza per il bene di tutta la Chiesa”. In un momento storico, evidenzia, in cui la Chiesa si introduce in una nuova “tappa evangelizzatrice” attraverso uno “stato permanente di missione”, il Sinodo dei vescovi è chiamato “a diventare sempre più un canale adeguato” per l’evangelizzazione del mondo di oggi.
La Segreteria Generale
Già Papa Montini aveva previsto che, col passar del tempo, tale istituzione avrebbe potuto essere perfezionata: nel 2006 l’ultima edizione dell’, promulgata da Benedetto XVI. In modo particolare, è stata istituita e via via rafforzata nelle proprie funzioni la Segreteria Generale del Sinodo dei vescovi, composta dal Segretario Generale e da uno speciale Consiglio di vescovi.
Sollecitudine dell’episcopato per tutte le Chiese
Vista poi l’efficacia dell’azione sinodale “di fronte alle questioni che richiedono un intervento tempestivo e concorde dei pastori della Chiesa”, in questi anni è cresciuto il desiderio che il Sinodo diventi ancor più “una peculiare manifestazione e un’efficace attuazione della sollecitudine dell’episcopato per tutte le Chiese”, basato sulla “ferma convinzione” che tutti i pastori sono costituiti “per il servizio al Popolo santo di Dio, al quale essi stessi appartengono in virtù del sacramento del Battesimo”.
尝’补蝉肠辞濒迟辞
Il vescovo, ribadisce il Papa, è contemporaneamente “maestro e discepolo”, in un impegno che è insieme missione e ascolto della voce di Cristo che parla attraverso il Popolo di Dio, in modo da renderlo “infallibile in credendo”. Anche il Sinodo allora “deve sempre più diventare uno strumento privilegiato di ascolto del Popolo di Dio”, attraverso la consultazione dei fedeli nelle Chiese particolari, perché se è vero che si tratta di un organismo essenzialmente episcopale, è pur vero che non vive “separato dal resto dei fedeli”. È dunque “uno strumento adatto a dare voce all’intero Popolo di Dio proprio per mezzo dei vescovi”, “custodi, interpreti e testimoni della fede”, mostrandosi di Assemblea in Assemblea un’espressione eloquente della “sinodalità” della Chiesa stessa, in cui si rispecchia una comunione di culture diverse. Pure grazie al Sinodo dei vescovi apparirà più chiaro che in essa vige una” profonda comunione” sia tra i Pastori e i fedeli, sia tra i vescovi e il Pontefice.
L’unità di tutti i cristiani
La speranza di Francesco è inoltre che l’attività del Sinodo possa “a suo modo contribuire al ristabilimento dell’unità fra tutti i cristiani, secondo la volontà del Signore”. Così facendo esso aiuterà la Chiesa cattolica, secondo l’auspicio di San Giovanni Paolo II espresso nell’enciclica Ut unum sint, a “trovare una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova”.
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