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Papa: no a sviluppo tecnocratico, dignità dell’uomo prevalga su profitto

In un Messaggio inviato al Forum interreligioso G20, che prende il via oggi a Buenos Aires, il Papa esorta le religioni a dialogare in modo costruttivo per contribuire ad uno sviluppo sostenibile, basato sulla dignità dell’uomo, non sul profitto. Uno sviluppo che protegga anche il creato

Debora Donnini - Città del Vaticano

Le religioni possono dare un nuovo sguardo sull’essere umano: uno sguardo che nasce dalla fede in Dio. Uno sguardo che può contribuire a costruire uno sviluppo autentico e non a favore di interessi economici. Lo scrive Papa Francesco in un , che si tiene a Buenos Aires da oggi  a venerdì, nell’ambito del G20. La grande assise internazionale viene ospitata nel 2018 proprio nella capitale argentina e per la prima volta in Sud America. Al centro delle tavole rotonde e dei lavori di gruppo degli oltre partecipanti al Forum è il tema: "Costruire il consenso per uno sviluppo equo e sostenibile: il contributo delle religioni per un futuro dignitoso". 

Il contributo delle religioni 

Il punto di partenza della riflessione del Papa è la constatazione che ci sono tante situazioni difficili, che minacciano il futuro dell’umanità nel suo complesso, non solo per tanti fratelli e sorelle sono senzatetto e dimenticati. Questo Forum interreligioso ha proprio l’intento di approfondire il contributo specifico che le religioni possono dare per uno sviluppo che assicuri un futuro dignitoso per tutti, in un mondo che si trova davanti numerose sfide complesse.

Dialogo fecondo, non omologazione a pensiero unico

Prima di tutto, le religioni possono mostrare la fecondità di un dialogo costruttivo per trovare le soluzioni migliori. Un dialogo che non è rinuncia alla propria identità ma saper tessere relazioni umane rispettose perché ascoltare chi la pensa diversamente è un’occasione di arricchimento. Bisogna, quindi, costruire una fraternità che non sia di “laboratorio” perché il futuro sta nella “rispettosa convivenza” delle differenze non nell’omologazione ad un pensiero unico “teoricamente neutrale”.

No a sviluppo tecnocratico

Il Papa avverte che nel mondo si sta consolidando “un paradigma tecnocratico di sviluppo” con una logica di dominio e controllo della realtà a favore degli interessi economici e di profitto. Ogni tentativo di creare “un autentico sviluppo”, sia dal punto di vista economico, che sociale o tecnologico, deve invece tener conto della dignità dell’essere umano. L’uomo è infatti “autore, centro e fine, di tutta la vita economica e sociale”.

Dignità umana al centro di sviluppo sostenibile

In questo panorama il Papa esorta quindi le religioni a offrire “un nuovo modo di guardare alla realtà e all’uomo” : non con brama manipolativa e dominante ma con rispetto della propria natura e vocazione nella creazione intera. Bisogna perseguire uno sviluppo sostenibile e proteggere la nostra casa comune, preoccupandosi di tutta la famiglia umana. “Possiamo - conclude -  lavorare tutti insieme come strumenti di Dio per proteggere e curare il creato” e ciascuno può dare il suo contributo con la sua cultura e con la sua fede.

Partecipanti

Tra i partecipanti - fa sapere l'Ageniza Fides - Rowan Williams, presidente di Christian AID, vescovo emerito e teologo anglicano, il cardinale Pedro Barreto, vicepresidente della Conferenza episcopale del Perù e vicepresidente della Repam, Chris Ferguson, presidente della Comunione Mondiale delle Chiese Riformate, CMIR, Claudio Epelman, direttore esecutivo del Congresso ebraico latinoamericano, il Metropolita Emmanuel (Adamakis) della Chiesa greco-ortodossa di Francia e altre personalità anche del mondo universitario.

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26 settembre 2018, 12:05